OpenAI ha annunciato una partnership con Common Sense Media, organizzazione no-profit che esamina e classifica l'idoneità di vari media e tecnologie per i bambini, in merito alla creazione di linee guida sull'IA e materiali educativi indirizzati ai genitori, educatori e ragazzi. Ad annunciarlo è stato lo stesso Sam Altman, CEO dell’azienda. Nell'ambito della partnership, OpenAI collaborerà con Common Sense Media per curare GPT “family friendly”. Si tratta app chatbot basate sui modelli GenAI, presenti nel GPT Store, che seguono gli standard di classificazione e valutazione di Common Sense. Come sottolinea Altman in un comunicato: “l'intelligenza artificiale offre incredibili vantaggi per famiglie e adolescenti. La nostra partnership con Common Sense rafforzerà ulteriormente il nostro lavoro sulla sicurezza, garantendo che famiglie e adolescenti possano utilizzare i nostri strumenti con sicurezza”.
OpenAI: genitori meno informati sugli tool AI rispetto ai ragazzi
La nuova partnership con Common Sense Media arriva dopo che, a settembre, OpenAI aveva dichiarato che avrebbe partecipato al nuovo progetto dell’organizzazione. Quest’ultimo si basa su valutazioni e revisioni progettate per determinare la sicurezza, la trasparenza, l'uso etico e l'impatto dei prodotti AI. Secondo il co-fondatore e CEO di Common Sense, James Steyer, il framework di Common Sense mira a produrre una “etichetta nutrizionale” per le app basate sull'intelligenza artificiale. Il suo obiettivo è far luce sui contesti in cui le app vengono utilizzate ed evidenziare aree di potenziali opportunità e danneggiamento. In un comunicato stampa, Steyer ha fatto allusione al fatto che, rispetto ai più giovani i genitori sono meno informati sugli strumenti GenAI. Secondo un recente sondaggio di Impact Research, nel 2023 il 58% degli studenti di età compresa tra 12 e 18 anni ha utilizzato ChatGPT, contro il 30% dei genitori di ragazzi in età scolare.
Steyer ha dichiarato infine che Common Sense e OpenAI lavoreranno per garantire che l'AI abbia un impatto positivo sugli adolescenti e le loro famiglie. Negli ultimi tempi, sempre più bambini e adolescenti si rivolgono all’AI per chiedere aiuto non solo con i compiti scolastici ma anche per questioni personali. Secondo un sondaggio del Center for Democracy and Technology, il 29% dei ragazzi riferisce di aver utilizzato ChatGPT per gestire ansia o problemi di salute mentale, il 22% per problemi con gli amici e il 16% per conflitti familiari. L’obiettivo finale di questa partnership è quello evitare qualsiasi problema causato involontariamente dall’utilizzo di questa tecnologia.