Premessa: fino a qualche tempo fa, nonostante il giro di vite in corso, ritenevo che Google colpisse le violazioni delle linee guida solo quando
fossero madornali, ma due casi particolari hanno scosso questa certezza.
Come racconterà
tra breve, in questi tempi caratterizzati dalla feroce lotta allo spam, ho avuto anch'io un paio di
intoppi con Google, ecco quindi come effettuare efficacemente una richiesta di reinclusione nel malaugurato caso che vi troviate ad averne bisogno: il metodo consigliato da Matt
Cutts da qualche tempo non è più applicabile, l'alternativa ovviamente esiste ma se non siete degli habitué delle penalizzazioni va cercata con un po' di pazienza :-)
Caso 1
un paio di righe (giusto un paio) di testo nascosto "spruzzate" in home page da un cliente pervaso da spirito fai-da-te (come non capire il piacere personalizzare la salsa aggiungendo un pizzico di sale? :-)) gli sono valse l'ormai famigerata lettera
di avvertimento con l'avviso che il sito verrà escluso dagli indici per 30 giorni: è ben noto che
l'avvertimento è riservato a coloro che Google ritiene in buona fede, l'unica novità è che questa volta era in Italiano.
Caso 2
ho consigliato ad un collega di utilizzare un effetto DHTML per inserire qualche
contenuto nella pagina (che era totalmente priva di testi) senza che dovesse sconvolgere la grafica che aveva ereditato dal cliente: alla fine dell'intervento il testo non era propriamente invisibile ma
raggiungibile soltanto dopo un click su un bottone. Anche in questo caso prima è pervenuta la letterina da Google (questa volta in inglese) e poi il ban: il bottone era piuttosto evidente, il testo del tutto corretto e plausibile, l'effetto era integrato nella grafica... ma con ogni probabilità la cosa è stata comunque considerata alla stregua di un bieco escamotage.
Un conoscente divenuto da poco quality rater (trasgredendo in parte alle regole) mi ha spiegato: "Da quel po' che ho capito di come funziona questo lavoro, la dinamica potrebbe essere la seguente: il sito si stava posizionando molto bene in un settore competitivo e probabilmente la cosa ha dato fastidio ai
"vicini di SERP" che hanno lanciato un po' di segnalazioni...e alla fine il DHTML non ha retto alla verifica umana e un po' frettolosa."
Inviare la richiesta
Preso atto del problema mi apprestavo a seguire i consigli del già citato post nel blog di Matt Cutts, quando scopro che tra le voci presenti alla pagina http://www.google.com/support/bin/request.py dedicata alle comunicazioni con Google, mancano proprio le opzioni che
mi interessano "I'm a webmaster inquiring about my website" e "Why my site disappeared from the search results or dropped in ranking?"...cavolo è cambiato tutto!
Per
farla breve non vi dico neppure quanto a lungo ho dovuto cercare l'alternativa (però doveva pur essercene una no!?), Google di sicuro non si è sprecato nel fornire informazioni in proposito ma alla fine in modo del tutto casuale mi è venuta in mente la soluzione: ci sono le sitemaps!
Quindi per effettuare una richiesta di reinclusione è necessario...
1)
rimuovere dal sito il codice incriminato;
2)possedere un
account per le sitemaps;
3)iscrivere il sito e "verificarlo" (a garanzia che siamo autorizzati ad avere informazioni sul sito);
4) leggere le informazioni fornite dal pannello statistiche delle sitemaps (indicano se ci sono dei problemi);
5)
inviare un umile messaggio di scuse scegliendo "invia richiesta di
reinclusione" (per sicurezza ho usato l'inglese e per avere un'idea su cosa scrivere cercate ["Reinclusion Request"] in Google e troverete numerosi esempi).
Nel secondo caso l'orgoglio ha avuto la meglio: non mi sono scusato e nella richiesta di reinclusione ho scritto che secondo me si trattava di un palese errore di valutazione.
Ad ogni modo in una
settimana i due siti erano nuovamente presenti nell'indice ed avevano mantenuto i posizionamenti nelle SERPS...tragedia evitata :-) Come nota a margine aggiungo che non sono molto convinto che qualcuno legga subito i contenuti delle richieste, penso piuttosto che si tratti di una sorta di reinclusione automatica e indiscriminata destinata ad una verifica successiva.
Ma allora quando Google banna? Puà essere sufficiente una piccola violazione delle linee guida?
Sulla base delle esperienze e delle osservazioni degli ultimi mesi la mia risposta è sì, ma sono due i fattori da prendere in considerazione per rispondere in modo esauriente
1) Sostanzialmente più un sito riceve traffico ed è posizionato con keywords competitive e più le violazioni "attirano l'attenzione" (anche grazie alle segnalazioni dei navigatori e specialmente dei concorrenti).
2) Lo standard tollerato per la tipologia di sito: non mi soffermo ulteriormente sulla questione perché l'ha già affrontata in modo molto completo Salvatore su seotalk.it.
Altri riferimenti:
- Anatomy
of a Successful Reinclusion Request (il vecchio metodo) - Sito
Bannato da Google (Francesco qui su Edit)