Premessa: questo non è un post tecnico. L'oggetto è rappresentato da una personalissima riflessione su certi schemi mentali che sul web accompagnano la discussione intorno a Linux e altri prodotti del mondo open source come per esempio Firefox. Magari è solo una mia impressione, ma tant'è, scriverne servirà da verifica.
Ieri ho letto questo post su uno dei blog di O'Reilly. L'autore (Preston Gralla) sta scrivendo un libro dedicato agli hacks per Windows Vista. Uno è dedicato all'esecuzione di Ubuntu su un PC con Vista. Installato il sistema operativo open source, il nostro si è trovato davanti ad una lista di alert di aggiornamenti disponibili a suo dire assolutamente incomprensibili e indecifrabili per una persona con conoscenze medie in fatto di computer (si veda il post per gli esempi).
Conclusione? Una cosa già sentita: per via di queste asperità Linux non avrà mai successo come sistema operativo per il desktop.
Ma la cosa che mi ha colpito è un'altra. Quasi per un riflesso condizionato, ha premesso alla sua sentenza questa frase, come se volesse giustificarsi per qualcosa:
Don’t get me wrong — I like Ubuntu. It’s cleanly designed, a pleasure to use, and it’s certainly hard to argue with free. I was also impressed with the full suite of free software that comes with it, everything from a full-blown office suite to graphics tools, multimedia tools, and more.
Chi legge molto di queste cose sa che non è affatto raro. Se si ha un'opinione negativa su questo o quell'aspetto di Linux (ma anche di Firefox, e un discorso per certi versi analogo si potrebbe fare per Apple), molta gente sente quasi il dovere di premettere che "per carità , è un prodotto splendido, ha grandi meriti, però...". Ripeto, come se fosse necessario giustificarsi, o temendo le risposte degli ultras dell'altra curva.
Se d'altra parte si parla, per esempio, di Microsoft, nessun cappellino introduttivo, nessun 'Don't get me wrong'. Explorer infila una serie di buchi di sicurezza? "Fa schifo. Punto". Lo stesso succede a Firefox? "àˆ un gran bel browser, innovativo, è avanti, è open... Certo qualche problemino lo ha pure lui...". Cosa che non sempre mette al riparo da una pioggia di correzioni e critiche.
Risultato? La retorica dell'intransigenza. L'impossibilità , nei fatti, di discutere apertamente, onestamente, obiettivamente e civilmente su certi argomenti (perché se curva sud chiama, curva nord mica sta a guardare...).
Chiudo con una citazione e spero che suoni sì come una provocazione, ma di quelle che innescano discussioni intelligenti. Rob Enderle è uno dei più noti analisti IT americani. Non è amato nel mondo open source, e in effetti uno che mette come sottotitolo del suo blog "The Real Truth about Technology and IT" deve essere davvero un bel tipino :). Nel post intitolato The Five Things You ArenÂ’t Allowed to Discuss About Linux si chiede ad un certo punto:
How can anything be “Open” if honest discussion isn’t allowed?
Si può definire 'open' una cosa che non può essere messa in discussione? Provocazione di un commentatore dispettoso o cosa su cui vale la pena ragionare?