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Nomi a dominio “.sucks”? Polemiche garantite

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La presunta rivoluzione dei nomi a dominio generici di primo livello (gTLD) voluta dall'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha finora portato soprattutto alla moltiplicazione delle polemiche e, se si parla di controversie, niente potrebbe alimentarle più facilmente di un'estensione traducibile in Italiano come “fa schifo”.

I responsabili di Vox Populi, Registry dalla dubbia paternità (con investitori canadesi e un recapito telefonico delle Isole Cayman) che gestisce commercialmente il suffisso “.sucks” per conto di ICANN, avrebbero recentemente descritto il proprio gTLD come una sorta di piattaforma per l’innovazione nonché "un magnete per la discussione e un hub per confrontarsi su argomenti che alimentano la passione”.

Nel descrivere l’utilità di un dominio ".sucks", Vox Populi ha proposto l’esempio di siti Web quali “thismeeting.sucks”, “pdf.sucks”, “TTIP.sucks” o “aircanada.sucks”; quest’ultimo caso riguarda nello specifico una community che condivide gli sconti per i biglietti aerei e che, nelle intenzioni del Registry, dovrebbe attirare l’attenzione sulle pratiche per il trattamento dei passeggeri che andrebbero cambiate.

I domini ".sucks" sono ormai disponibili al pubblico da circa sei mesi, mentre l’anno scorso Vox Populi aveva avviato una distribuzione anticipata per le grandi aziende interessate ad assicurarsi un nome a dominio potenzialmente dispregiativo (“apple.sucks”, “microsoft.sucks”, “google.sucks” e così via) per la "modica" cifra di 2.500 dollari a registrazione.

Prevedibile, infine, la potenziale e notevole portata polemica dei nomi a dominio che "fanno schifo" nelle condivisioni sui social network o, peggio ancora, nelle eventuali e più che prevedibili cause legali per diffamazione. Più che un "magnete per la discussione", in questo caso, i nuovi gTLD sembrerebbero essere perfetti per l'attività degli "avvocati 2.0".

Via | Vox Populi

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