La settimana scorsa il noto IDE (Integrated Development Environment) open source NetBeans è passato nella mani di Apache Foundation. Oracle si è quindi disimpegnata dalla sua gestione e la community era ormai convinta che tale progetto fosse destinano ad un lento declino per mancanza di sviluppatori indipendenti. Tuttavia in questi giorni Oracle ha messo in chiaro di non avere alcuna intenzione di affondare il progetto NetBeans.
Bill Pataky, VP dell'Oracle Mobile Development Program e Developer Tools, ha infatti confermato che non è intenzione dell'azienda terminare il supporto garantito fino ad ora, anzi, attualmente sarebbero attivi 26 dipendenti della stessa Oracle che collaborano in modo stretto con Apache Foundation e il loro numero sarebbe in crescita.
Questo senza contare che Oracle attualmente ha tre progetti che dipendono da NetBeans ovvero:
- Oracle Developer Studio, l'IDE distribuita con licenza commerciale per lo sviluppo di applicazioni basate su C, C++, Fortran e Java che è stata implementata interamente adottando il codice sorgente di NetBeans;
- Oracle JDeveloper, la soluzione per end-to-end development incentrata sull'Oracle technology stack che eredita di fatto la maggior parte del suo subsystems da NetBeans;
- Oracle JavaScript Extension Toolkit, il tool open source dotato di un'architettura modulare e basato su tecnologie standard per il Web come JavaScript, CSS3 e HTML5 che è stato sviluppato anch'esso utilizzando NetBeans.
L'obbiettivo di Oracle non è dunque quello di dismettere NetBeans, ma di appoggiarsi ad un modello di governance più aperto. Apache Foundation è stata dunque identificata come la scelta più appropriata per il futuro dell'ambiente integrato di sviluppo.