È Natale. Come ogni anno, si prendono i risparmi messi da parte in un anno e li si spende per comprare regali per amici, parenti e chi più ne ha più ne metta. Da qualche anno, però, la compravendita dei regali è un affare sempre più doloroso. La mattina del 22 dicembre di quest'anno, per esempio, è sicuramente stato un momento in cui molti, moltissimi hanno deciso di rompere il proprio salvadanaio per prepararsi al Natale. E questo si evince facilmente, controllando un numero, molto importante, scritto in bella vista su un sito chiamato Coinmarketcap.
Questo sito è la piattaforma più conosciuta al mondo per essere sempre aggiornati sulle quotazioni di tutte le cryptovalute attualmente esistenti, più di 1.300, su oltre 7.000 mercati di trading. E questa mattina del 22 dicembre, su Coinmarketcap, c'era un bel -30%, scritto in rosso, accanto alla quotazione del Bitcoin, la cryptovaluta più conosciuta e predominante. Questo numero, o numeri molto vicini ad esso, si ripetevano più o meno in tutte le righe successive. Un "giorno rosso", si definisce nella community crypto.
I media tradizionali e generalisti riprendono spesso queste notizie, accusando il Bitcoin e, in generale le cryptovalute, di avere un valore troppo volatile e quindi di non essere stabile come i mercati azionari e, in generale, l'economia finanziaria e reale. In realtà, da insider, le cose stanno molto diversamente: questi grandissimi abbassamenti di prezzo, in gergo definiti "ritracciamenti", non sono altro che correzioni di valutazione dopo una certa fase di corsa all'oro.
Nell'ultimo anno solamente, possono essere individuate almeno 5 di queste correzioni, che sono facilmente associabili a eventi di cronaca (lo sviluppatore di una determinata tecnologia critica una certa moneta), tecnologica (è previsto un upgrade ad un certa blockchain) o sociale (arriva Natale, le vacanze estive, ecc.). Se sotto il piano microscopico è praticamente impossibile tracciare tutti i movimenti ed associarli ad un determinato evento, sul piano macroscopico è piuttosto semplice.
E così sarà, fino a quando la capitalizzazione totale di mercato delle cryptovalute non raggiungerà volumi vicini a quelli dell'economia tradizionale: ad oggi, il valore totale dell'economia mondiale è di 84 mila miliardi di dollari, che corrisponde a 84 x 10^12 in notazione scientifica. La capitalizzazione di tutte le cryptovalute è invece di solo mezzo bilione di dollari, quindi 500 x 10^9. Ben 3 ordini di grandezza inferiore. Allora, non sarà semplice spostare i volumi e manipolare il mercato, e quindi la crescita sarà sempre più controllata.
Ad oggi, sembrerebbe come se il Bitcoin periodicamente nascesse, crescesse vertiginosamente e poi morisse improvvisamente, resuscitando dopo qualche giorno. A differenza dell'opinione comune, le cryptovalute non possono essere definite una bolla, perché altrimenti sarebbero un bicchiere quasi pieno, ed invece sono un bicchiere vuoto, che si sta riempiendo solo ora.