La gestione dei rapporti col cliente è una delle fasi più delicate nella conduzione di un'attività in proprio, a questo discorso si ricollega l'aspetto relativo ai pagamenti che, soprattutto in un periodo come quello attuale caratterizzato da una congiuntura economica negativa e da un alto livello di imposizione fiscale, potrebbe presentare incognite e imprevisti particolarmente dannosi per il futuro della propria impresa.
Si ipotizzi il caso in cui un cliente commissioni un sito Internet o una Web application ad un frelancer; ora, per rendere la casistica più precisa possibile, si dia per scontato che il lavoro sia stato eseguito a regola d'arte, senza vizi o difformità rispetto a quanto concordato tra le parti. Nel caso in cui il cliente non dovesse pagare quanto pattuito, l'imprenditore potrebbe rendere pubblico l'accaduto tramite la Rete e magari attraverso lo stesso spazio hosting acquistato per conto del committente stesso?
La questione è estremamente delicata e presenta numerose implicazioni, ivi comprese quelle di natura legale, che dovrebbero essere prese in seria considerazione. Attualmente in Italia le modalità per la riscossione dei crediti da parte dei privati sono particolarmente macchinose e si uniscono ai tempi eccessivamente prolungati della giustizia civile; vi sono poi alcune questioni legate agli obblighi di riservatezza nei rapporti contrattuali che non dovrebbero mai passare in secondo piano.
In genere il tutto inizia da un semplice "avviso bonario" in cui il professionista ricorda al cliente la presenza di un insoluto tramite telefonata o email; in assenza di una risposta (e passato un certo periodo di tempo dalla scadenza della fattura) si potrebbe passare all'invio di un sollecito tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, cià darebbe luogo all'avvio della fase di messa in mora per l'insolvente.
Se anche la raccomandata dovesse risultate inascoltata, allora si potrebbe passare alla formulazione di un decreto ingiuntivo, dal costo di alcune centinaia di euro che varia sulla base dell'entità del debito, e affidarsi ad un giudice di Pace se l'insoluto non dovesse raggiungere i 5 mila euro, o al proprio legale che agirà per conto del rappresentato in caso di debiti di entià superiore.
Naturalmente esistono ache dei sistemi per limitare la possibilità del verificarsi di insolvenze, primo tra tutti l'acconto su quanto pattuito in sede di preventivo, così come la contrattualizzazione delle fasi necessarie alla prestazione d'opera, i pagamenti per stati di avanzamento e la consegna vincolata al saldo, magari dopo la presentazione di una preview.
Al di là dell'affidarsi alla buonafede altrui, esistono quindi alcuni accorgimenti che potrebbero tutelate (parzialmente) l'imprenditore dai rischi dovuti alle insolvenze da parte della committenza e, cosa ancora più importante, evitargli di doversi esporre alle lungaggini e ai costi della giustizia civile. Ricorrere a ritorsioni attraverso la berlina mediatica potrebbe invece rivelarsi estremamente controproducente.
Innanzitutto andrebbe considerato il fatto che il cliente potrebbe ritenere di aver subito un importante danno d'immagine nel veder pubblicizzata la sua insolvenza, di conseguenza il prestatore d'opera potrebbe essere chiamato a rispondere in solido per il pagamento di risarcimenti, sanzioni e spese indirette ben superiori all'entità del debito rivendicato.
In secondo luogo andrebbe considerata quella che potrebbe essere la reazione di altri clienti, presenti o potenziali, ad una iniziativa del genere, anche se quest'ultima è stata ispirata da una personale esigenza di giustizia.
Data la natura del contendere e le possibili conseguenze, è consigliabile il conforto di un legale prima di procedere con qualsiasi iniziativa, ivi compreso anche il solo rimuovere dalla Rete un servizio per il quale non si è percepito il saldo.
Probabilmente molti freelancer e titolati di agency hanno dovuto fare i conti con la gestione delle insolvenze, per cui sarebbe interessante valutare quali siano state (o potrebbero essere) le azioni intraprese per la gestione di sistuazioni in cui molti imprenditori si sentono non di rado disarmati.
Per approfondire: Facebook, un caso estero, Codice di Procedura Civile