Nel corso degli ultimi giorni, Bloomberg ha diffuso la notizia che Meta, la società che tra le varie controlla Facebook e Instagram, ha effettuato lo scraping dei dati degli utenti.
Meta: scrapping legale per raccogliere i dati degli utenti
La scoperta è stata fatta dall’analisi di alcuni documenti legali. Meta, dunque, ha sfruttato lo scraping per raccogliere dati da altri siti Web e la cosa è stata confermata direttamente dall’azienda, la quale ha dichiarato che la suddetta pratica è stata adottata per scopi legittimi.
Andando più nello specifico, i documenti passati al vaglio da Bloomberg sono una denuncia presentata da Meta contro Bright Data, un’azienda israeliana che raccoglie diversi tipi di dati (like, follow, post, commenti e altri) da TikTok, Twitter, Amazon, eBay e Walmart.
Meta ha usufruito dei servizi di Bright Data per almeno sei anni, fino a quando non ha interrotto la collaborazione perché effettuava lo scraping e la vendita dei dati degli utenti di Facebook e Instagram.
Bright Data ha però a sua volta denunciato Meta, evidenziato che la sua attività rispetta le normative europee e statunitensi, in quanto vengono raccolti solo dati pubblici.
Andy Stone, un portavoce di Meta, ha poi confermato che l’azienda con a capo Mark Zuckerberg ha pagato Bright Data per raccogliere dati dai siti per il commercio elettronico, per la creazione di profili dei brand sulle sue piattaforme e per individuare siti pericolosi e campagne di phishing. Tutto, dunque, sarebbe stato in maniera perfettamente lecita, per scopi commerciali e in conformità con i termini dei siti coinvolti.