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Meta crea dipendenza tra minori, 33 stati contro il colosso USA

33 stati americani avrebbero citato in giudizio Meta per danneggiamento della salute mentale dei più giovani, in modo consapevole.
Meta crea dipendenza tra minori, 33 stati contro il colosso USA
33 stati americani avrebbero citato in giudizio Meta per danneggiamento della salute mentale dei più giovani, in modo consapevole.
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Meta avrebbe deliberatamente progettato le proprie app per attirare i minori. Inoltre, l’azienda di Menlo Park avrebbe ricevuto 1,1 milioni di segnalazioni relative ad utenti minorenni su Instagram, ma avrebbe comunque deciso di disabilitare soltanto una parte di tali account. Ciò è quanto emerge in un documento legale riportato dal New York Times, relativo ad una causa intentata a fine ottobre da 33 stati americani contro Meta, rea di aver danneggiato la salute mentale dei più giovani che usano le sue piattaforme. Secondo la documentazione del tribunale, il colosso statunitense avrebbe continuato a raccogliere regolarmente informazioni personali sui bambini, come la loro posizione o gli indirizzi e-mail, il tutto senza il consenso dei genitori e violando la legge federale sulla privacy dei minori. Questa violazione potrebbe costare a Meta centinaia di milioni di dollari in sanzioni.

Accuse a Meta: azienda consapevole dei rischi per i più giovani

Le accuse contro Meta fanno parte di una causa federale più ampia contro il colosso Big Tech. Secondo l’accusa diversi funzionari Meta che riconoscevano che l'azienda aveva progettato i suoi prodotti per sfruttare la psicologia dei giovani, come il comportamento impulsivo, la suscettibilità alla pressione dei coetanei e la sottovalutazione dei rischi. Il documento non secretato in mano ai giudici afferma inoltre che Meta “falliva continuamente” nel rendere efficaci i sistemi di controllo dell’età, utilizzando invece approcci che consentivano agli utenti minori di 13 anni di creare un account Instagram mentendo sull’età reale. L’accusa fa leva sulla legge federale del 1998 (il Children’s Online, Privacy Protection Act), che prevede che i servizi online con contenuti rivolti ai bambini abbiano il permesso verificabile di un genitore prima che vengano raccolti dati personali da utenti con età inferiore ai 13 anni. Le multe possono arrivare fino a 50.000 dollari per violazione.

Meta ha respinto le accuse, dichiarando di aver lavorato un decennio per rendere le esperienze online sicure e adatte all’età degli adolescenti. Inoltre, l’azienda fondata da Mark Zuckerberg ha affermato che la denuncia dei 33 stati “definisce in modo errato il loro lavoro, utilizzando citazioni selettive e documenti selezionati con cura”. Inoltre, secondo Menlo Park anche gli app store di Google e Apple avrebbero le loro colpe, poiché permettono ai minori di 16 anni di scaricare app senza l’approvazione dei genitori. Meta si appresta quindi ad affrontare l’ennesima causa per violazione della privacy (e non solo). Quale sarà il verdetto dei giudici?

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