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Meta abbandona il fact-checking: cambiamenti e possibili rischi

Meta abbandona il fact-checking: cambiamenti e possibili rischi
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Meta ha preso una decisione che sta suscitando molta discussione: l'abolizione del suo programma di fact-checking negli Stati Uniti. Questa mossa, annunciata da Mark Zuckerberg, segna un cambiamento significativo nella gestione della moderazione dei contenuti sulla piattaforma.

Al posto dei fact-checker, Meta introdurrà un sistema di "note della comunità", simile a quello adottato da X. Con questa novità, gli utenti avranno la possibilità di segnalare contenuti che potrebbero risultare fuorvianti o falsi. Tuttavia, queste segnalazioni non verranno più verificate da esperti esterni.

Zuckerberg ha motivato questa decisione spiegando che l’attività di fact-checking avrebbe causato più danni che benefici in termini di fiducia tra gli utenti. Tuttavia, molti hanno interpretato questa mossa come una possibile inclinazione verso le posizioni politiche dell’amministrazione Trump, la quale si era sempre opposta ai fact-checker e alla regolamentazione stringente dei contenuti online.

Una scelta legata anche ad un cambiamento ai vertici di Meta

A questa scelta si aggiunge un cambiamento ai vertici di Meta: Joel Kaplan, un repubblicano vicino all'amministrazione Bush, è stato nominato nuovo responsabile degli affari globali, sostituendo Nick Clegg. La nomina ha alimentato ulteriori speculazioni su un possibile avvicinamento dell’azienda alle politiche della destra americana.

L’annuncio ha provocato reazioni contrastanti. Se da un lato Elon Musk ha appoggiato la decisione, molti esperti e attivisti si sono preoccupati per le possibili conseguenze di questa scelta sulla diffusione di disinformazione.

L’abolizione del fact-checking potrebbe infatti portare a un aumento della circolazione di notizie false e contenuti ingannevoli, minando la qualità dell'informazione e influenzando negativamente il processo democratico. Inoltre, questa decisione potrebbe danneggiare ulteriormente la reputazione di Meta, già compromessa da precedenti scandali legati alla privacy e alla moderazione. In ogni caso, le vere implicazioni di questa scelta si vedranno solo con il tempo.

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