Con la diffusione di connessioni sempre più veloci e di piani mobile dal monte generoso di GB, i video si stanno sempre più affermando come una modalità primaria per la promozione online. Possono infatti risultare essenziali per illustrare un prodotto oppure un servizio, per aumentare l'engagement sui social, per raggiungere nuovi target. Quando ci si trova a lavorare con questi filmati, però, un dubbio assale i creatori: quali sono le caratteristiche da prendere in considerazione, affinché possano diventare virali?
Poter approfittare di una certa viralità è molto importante per i propri scopi di marketing, poiché assicura una rapida e immediata diffusione del filmato, raggiungendo così un bacino d'utenza impensabile rispetto alle modalità di distribuzione classica. Di seguito, qualche consiglio sui fattori da tenere in debita considerazione.
Metterci la faccia
Quando si parla di marketing virale, una costante emerge dall'analisi dei video virali di grande successo: la prima persona. Le aziende che scelgono di mettere un volto riconoscibile davanti alla telecamera - si tratti di un dirigente o addirittura del CEO - ottengono di sicuro risultati maggiori, poiché si viene a creare un senso di forte fidelizzazione dell'utenza. Ovviamente, non deve mancare una buona dosa di ironia.
Ad esempio, DollarShaveClub - un servizio di vendita in abbonamento di rasoi - ha raccolto un ottimo successo virale negli Stati Uniti, con alcuni video visti 26 milioni di volte dal 2012 a oggi. Il servizio ha scelto un volto e ne ha creato una sorta di miniserie, con sempre lo stesso protagonista e il medesimo stile narrativo, conquistando così gli utenti.
Emozione
Per diventare virale, un video rivolto al marketing deve suscitare delle emozioni nel pubblico. Secondo l'Harvard Business Review, i filmati diventano virali per due principali motivi: la risposta psicologica di chi lo guarda e la motivazione sociale, quest'ultima intesa come le ragioni che possono indurre la voglia di condividerlo ad altri. In entrambi i casi, la leva principale è quella delle emozioni.
Si può puntare quindi su un messaggio che sia condiviso dai più, ad esempio basato su un elemento della quotidianità. E non deve essere per forza una comunicazione di tipo drammatico, perché le emozioni su cui puntare sono le più disparate: dalla commozione alla gioia, dalla felicità alla rabbia. Tutto dipende anche dal target che si vuole raggiungere.
Lunghezza e unicità
La fruizione online di filmati è molto diversa rispetto a quella sui media tradizionali, anche perché il periodo d'attenzione da parte degli utenti è molto ridotto. È quindi necessario mantenere lunghezze brevi, non più di un paio di minuti, e soprattutto curare al meglio l'introduzione. Considerando come dopo 9 secondi si rischia di perdere l'attenzione dello spettatore, è bene entrare subito nel tema principale del video, rimandando eventuali sigle in un secondo momento.
Per diventare virale, inoltre, il video deve essere unico nel suo genere. È il caso della saga Will It Blend che, almeno qualche anno fa, ha colpito gli utenti nel proporre qualcosa che nessuno faceva: frullare - letteralmente - dispositivi elettronici.
Condivisione
I video creati andranno condivisi su tutte le piattaforme possibili, ovviamente quelle di proprio interesse, da YouTube a Instagram, passando per Facebook e molti altri. Si può stimolare l'utente proponendo delle call to action, affinché il video venga condiviso a terzi, nonché puntare sull'engagement per incuriosire il lettore.
Ideale è anche sfruttare gli hashtag, soprattutto se di tendenza, purché il proprio video sia effettivamente inerente all'argomento trattato. Lo spam, infatti, non piace a nessuno.