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L'Ue chiede chiarezza a WhatsApp sulla gestione di dati e privacy online

L'Ue chiede chiarezza a WhatsApp sulla gestione di dati e privacy online
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La privacy è uno dei temi da tenere in maggiore considerazione nel Web, finalizzata al mantenimento della riservatezza dei dati di navigatori e fruitori di servizi in genere. Non sfuggono ovviamente i social network e i servizi di messaggeria istantanea, fra i quali impera WhatsApp.

L’aggiornamento dei termini di servizio e dell’informativa privacy reso noto dai gestori di WhatsApp lo scorso maggio continua a suscitare polemiche, in particolare all’interno dell’Unione Europea.

Una iniziativa messa in atto dall’organizzazione europea dei consumatori (BEUC) aveva già portato all’attenzione della Commissione Europea una serie di inosservanze in merito ai diritti dei consumatori della stessa Unione Europea per quanto concerne la riservatezza e la tutela dei dati personali.

Sulla scia di tale iniziativa, la Commissione Europea ha ufficialmente chiesto a WhatsApp di esplicitare le modifiche apportate ai termini della privacy. In particolare si richiede una maggiore chiarezza su come vengano gestiti i dati personali che gli utenti sono obbligati a comunicare per poter accedere al servizio di messaggistica istantanea.

WhatsApp deve dunque conformarsi alle regole europee in vigore per quanto concerne la protezione dei consumatori e della loro privacy. E ciò vale anche e soprattutto nel momento in cui WhatsApp vada a condividere i dati personali degli utenti con partner commerciali del colosso, oltre naturalmente a Facebook/Meta.

Inoltre deve essere chiarito come venga assicurata agli utenti la possibilità di rifiutare i nuovi termini del servizio, tenuto oltretutto conto di notifiche in-app persistenti allo scopo di far accettare le nuove regole. WhatsApp deve infine specificare quali misure intenda adottare nei riguardi di quegli utenti i quali abbiano già accettato i termini di servizio aggiornati facendo loro credere che ciò fosse necessario per poter continuare a utilizzare l'applicazione come di consueto.

Il limite per una adeguata replica da parte di WhatsApp è fissato a marzo 2022.

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