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L'UE accusa Meta per il suo modello "pagamento o consenso"

L'Unione Europea è pronta a denunciare Meta ai sensi del Digital Markets Act per il suo controverso modello "pagamento o consenso".
L'UE accusa Meta per il suo modello
L'Unione Europea è pronta a denunciare Meta ai sensi del Digital Markets Act per il suo controverso modello "pagamento o consenso".
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L'Unione Europea (UE) è pronta a denunciare Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ai sensi del Digital Markets Act (DMA) per il suo controverso modello "pagamento o consenso" offerto agli utenti nell'UE, nello Spazio Economico Europeo (SEE) e in Svizzera. Secondo quanto riferito al Financial Times (FT) da tre fonti vicine alla questione, questa decisione dell'UE arriva una settimana dopo una simile mossa contro Apple.

Il modello "pagamento o consenso", introdotto da Meta alla fine dello scorso anno, permette agli utenti di scegliere tra pagare un abbonamento mensile per utilizzare Facebook e Instagram senza pubblicità o accettare la visualizzazione di pubblicità personalizzate. L'UE ora dovrebbe contestare a Meta di offrire agli utenti una cosiddetta "falsa alternativa".

Le norme del DMA dell'UE stabiliscono che i giganti tecnologici come Meta devono ottenere il consenso degli utenti quando intendono combinare o incrociare dati personali su diversi servizi della loro piattaforma principale.

Secondo l'Unione Europea, Meta dovrebbe offrire gratuitamente i suoi servizi

Se l'UE contesta a Meta la possibilità di far pagare gli utenti per non visualizzare pubblicità, sta sostanzialmente affermando che Meta dovrebbe offrire gratuitamente i suoi servizi senza pubblicità personalizzate se gli utenti rifiutano il consenso.

È importante sottolineare che l'UE non ha ancora ufficializzato questa informazione. La Commissione Europea (CE), che guida l'UE, ha rifiutato di commentare la questione, e anche Meta non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito. Se l'UE dovesse procedere con questa accusa, Meta rischierebbe una multa del 10% del suo fatturato globale, che potrebbe salire fino al 20% per infrazioni successive.

La CE ha iniziato a indagare sui giganti tecnologici a marzo e ha tempo fino al prossimo marzo per finalizzare le sue conclusioni preliminari. Questa situazione potrebbe avere implicazioni significative. Sebbene la Commissione Europea possa sentirsi rafforzata dalle sue posizioni che, nelle ultime settimane, sono sempre più severe nei confronti di questi colossi tecnologici.

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