Nella Pubblica Amministrazione in Italia il binomio PC-Windows e relativa soluzione software è nel bene e nel male quasi inscindibile. Soltanto in pochi casi si è deciso di passare al software Open Source, alcune volte con importanti successi e relativi ritorni economici, altre con esiti differenti.
É il caso del Comune di Pesaro, che nel 2011 aveva avviato il passaggio al software libero e aperto e che ora, a causa dei costi elevati registrati in fase di produzione, ha dovuto fare marcia indietro. Il report arriva inizialmente da ZDNet e spiega nel dettaglio come sono andate le cose.
Lo scorso anno e a soli tre anni dall´adozione di soluzioni Open, l´amministrazione del Comune di Pesaro ha deciso di tornare a lavorare con Microsoft adottando la suite per la produttività Office 365, generando un risparmio per le casse municipali.
Ma facciamo parlare i numeri: per OpenOffice tra vari problemi di compatibilità e formazione del personale sarebbero stati spesi 530 euro all´anno per ciascuna postazione, cifra poi ridimensionata sensibilmente con Office 365 e una spesa annuale pari a 197,49 euro. Un risparmio dell´80% rispetto alla precedente configurazione.
Una marcia indietro eseguita fondamentalmente per il raggiungimento un necessario tornaconto economico. Siamo ancora sicuri che le alternative Open siano realmente più economiche di quelle della concorrenza commerciale?
Via CIO