Girando, girando, ho trovato questo scritto che mÂ’è piaciuto al punto di proporvelo integralmente. Sono stato autorizzato dallÂ’autrice, che mi ha chiesto di non essere citata. Mi spiace, quindi, di non potervi dire chi è. Buona lettura.
"Leggendo – Il computer invisibile - di D. Norman, ho iniziato a riflettere sulla complessità di questo oggetto tecnologico che ha ormai pervaso le nostre vite. Credo che ognuno di noi passi più tempo a capire come far girare quel programma, risolvere quellÂ’inghippo sullÂ’hardware, capire perché quel software non funziona bene ecc. piuttosto che a fare cià per cui il computer è stato creato: lavorare meglio!
Sembrerebbe un controsenso, ma per Norman è una semplice constatazione della realtà . Il computer, così come è strutturato oggi, non è ancora adatto allÂ’uomo. Gli individui, infatti, sono analogici e non digitali: biologici, non meccanici.
I "tecnologi" sono troppo presi a creare sempre più nuove e sofisticate tecnologie, scordandosi di chi dovrà utilizzarle.
Non si dovrebbero stupire i web designer, se un utente, dopo le mille peripezie fatte per utilizzare al meglio il computer, quando, poi, si trova di fronte ad un sito che non riesce facilmente a navigare spegne e va a leggere un rinfrancante libro. I creatori del sito probabilmente pensano di aver fatto una cosa “geniale” con mille link, informazioni ogni dove, ma tralasciando i piccoli particolari della semplicità e dellÂ’ergonomia.
Il libro, forse per molti obsoleto, si rende invisibile e ci trasporta al di là delle sue righe nellÂ’immensità della conoscenza e dellÂ’apprendimento. Ho lavorato per anni in una cartiera e spesso il mio ex ragazzo mi diceva “Un giorno la carta non servirà più. LÂ’era del computer e del digitale affosserà ogni altra forma di trasmissione”. Io allora e tuttÂ’oggi non ne sono così convinta e mi sono spesso chiesta se in fondo in fondo ne dubitasse anche lui."