La questione del Secure Boot su Linux sta per essere archiviata, infatti lo sviluppatore Vivek Goyal (impiegato di Red Hat) promette che presto arriverà nel ramo principale di sviluppo del kernel il supporto agli eseguibili ELF firmati.
Fino ad oggi la soluzione adottata da alcune distribuzioni Linux era quello di usare un pre-bootloader che facesse da cuscinetto tra UEFI e GRUB, ma con l´arrivo della patch di Vivek Goyal si potrebbe evitare questo escamotage e permettere ai singoli moduli (anche quelle di terze parti) di usare una loro chiave firmata per essere accettati al boot.
I lavori sono ancora in corso e non si sa esattamente quando questa patch arriverà nel kernel Linux. Tuttavia quando essa arriverà permetterà a chi lo necessità di utilizzare Linux con la funzione di secure boot abilitata (e senza particolari software). Vogliamo ricordare ai nostri lettori che sarà sempre possibile da parte dell´utente finale disattivare il secure boot, in modo tale da poter eseguire il boot anche con i moduli non firmati, ma solo su macchine x86, mentre questo non è possibile su processori ARM.