Nella giornata di oggi Google dovrebbe introdurre un'importante modifica a carico del suo algoritmo di ricerca volta a privilegiare i siti Web più adatti per la visualizzazione tramite i dispositivi mobili; questa novità non giunge inattesa, infatti Mountain View aveva provveduto a segnalare il cambiamento in arrivo tramite un apposito post pubblicato sul Webmaster Central Blog il 26 febbraio scorso.
Il preavviso, diffuso poco meno di due mesi fa, non sarebbe stato particolarmente ampio, ma l'idea che Mountain View avesse intenzione di prendere iniziative in questo senso era ormai nell'aria da tempo, parliamo del resto dell'azienda che sviluppa il sistema operativo mobile più utilizzato al Mondo, Android, la stessa che seguendo un ragionamento di opportunità ha messo a disposizione tempo fa una ricca documentazione su media queries, responsive design e layout adattivi.
Ma in cosa consiste questo aggiornamento? In pratica l'algoritmo di Google favorirà i siti Web in grado di garantire una user experience adatta alla navigazione in mobilità nei risultati del motore di ricerca, per contro verranno sfavorite tutte quelle risorse che presentano caratteristiche come per esempio link troppo ravvicinati per l'utilizzo tramite touchscreen, contenuti leggibili soltanto attraverso l'impiego dello zoom, l'adozione di tecnologie non supportate (Flash) o advertising indistinguibile dal resto delle componenti di pagina.
E' bene comunque sottolineare che quello che è stato definito un vero e proprio "Mobilegeddon" riguarderà unicamente le ricerche effettuate su mobile, le modifiche non coinvolgeranno invece (per ora) quelle su Desktop; Big G ha messo a disposizione due strumenti per verificare la compatibilità delle proprie pagine con il nuovo algoritmo: il Mobile-Friendly Test che analizza un URL e segnala se la pagina associata è stata ottimizzata per i device mobili (adatto per siti Web di piccole dimensioni), e il Mobile Usability Report per risolvere problemi di usabilità su mobile.
L'iniziativa del gruppo californiano sarebbe stata motivata dal fatto che ad oggi oltre la metà del traffico dati verrebbe prodotto attraverso smartphone e tablet (questi ultimi per ora non dovrebbero essere comunque coinvolti dall'aggiornamento), è però probabile che tempi più lunghi per l'adattamento avrebbero potuto favorire una transizione meno traumatica, soprattutto in considerazione degli investimenti di tempo e denaro necessari per l'adattamento dei progetti di varie dimensioni.
Il cambiamento in atto potrebbe comportare perdite rilevanti in termini economici per quelle realtà che non si sono presentate pronte all'appuntamento con il 21 di Aprile.