L'ultimo comunicato dell'associazione Anti Digital Divide contiene varie annotazioni che meritano un'attenzione particolare. La prima è riferita al CNU (Consiglio Nazionale Utenti), che presso l'AGCOM dovrebbe tutelare gli utenti stessi. L'ADD rileva alcune irregolarità legate alla nomina dei membri del CNU stesso, sottolineando come troppo spesso tali nomi siano legati a gruppi quali Telecom Italia o Eutelia.
Il secondo punto interessante è riferito alla semplice lettura dei dati riferiti alla banda larga in Italia:
Non vi è una vera è propria definizione di banda larga o meglio non esiste una velocità specifica che fa da spartiacque tra banda stretta e banda larga. A tale proposito può chiarire la situazione un documento stilato da Mauro Guerrieri segretario dellÂ’associazione Anti Digital Divide, il quale mette in evidenza come il numero effettivo di linee a banda larga in Italia non sia di 5,6 milioni di unità ma di circa 1,5 milioni. [...] LÂ’ITU (International Telecommunications Union), nella Raccomandazione I.113 chiarisce che per larga banda si intende la capacità di trasmissione superiore a un accesso primario ISDN, ovvero 1,5 o 2 Mbit/s. La stessa Unione Europea ha indicato come taglio minimo per la banda larga i 2mbit/s. Questo implica che 4 milioni di connessioni, in Italia, oltre a quelle in modalità analogica o isdn, NON sono a banda larga!!
Questo ed altro nel comunicato (una lettera aperta indirizzata ad AGCOM e allÂ’Antitrust) disponibile online.