Non se ne parla certo da ieri, ma se ad interessarsi dei Captcha - cioè l'insieme di numeri e parole distorte che accompagnano l'inserimento di un commento o un'iscrizione per scoraggiare i software - è ora il momento di una testata come The Guardian, probabilmente qualcosa che non va nel meccanismo c'è.
Per quanto complesse siano le stringhe visualizzate, infatti, gli spammer sembrano in grado di intepretarle in poco tempo con l'aiuto, secondo quanto citato dal Guardian, anche di ignari utenti web e di persone ingaggiate allo scopo, soprattutto in paesi del terzo mondo.
Matt Mullenweg di WordPress, intervistato, motiva l'inefficianza del sistema spiegando come Captcha sia stato introdotto per capire se a compilare un form sia una persona o un software, mentre invece il problema è capire se chi compila il form stia inviando spam o meno.
Secondo Mullenweg la strada da percorrere è quella tracciata da sistemi come Openid, ovvero pochi standard di autenticazione sui quali concentrare gli sforzi per migliorare sicurezza e procedure di verifica.