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John Bridgman parla dei driver ATI

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I driver ATI sono un argomento decisamente scottante di questi tempi, e noi abbiamo seguito la vicenda con particolare attenzione. Oggi ho letto un´intervista con uno dei principali sviluppatori AMD, John Bridgman, sui piani per i due diversi driver, sia gli Open che i fglrx.

Sul fatto che AMD avesse le idee giuste non avevamo dubbi, sembra che lo sviluppo di entrambi i Driver sarà seguito con attenzione e obiettivi diversi: il driver Open dovrà essere in grado di offrire tutte le funzionalità con un discreto livello di performance, in modo da offrire una buona esperienza out-of-the-box, mentre fglrx sarà un driver incentrato sulle performance.

Condivido pienamente l´idea di avere questi due diversi obiettivi per i due driver, si spera che il lavoro su di essi porti ai frutti sperati.

Tuttavia sembra che ATI non voglia rivelare nulla sui piani non ancora ufficiali per i prossimi rilasci e le prossime feature dei driver, si spera che questo silenzio abbia le sue ragioni e non sia un passo indietro rispetto a quanto fatto fino ad ora.

Tra gli obiettivi poi ci sono le solite cose già sentite: far arrivare allo stesso livello di performance i Catalyst di Windows e quelli di Linux, e rendere disponibili con poco ritardo i driver per Linux delle schede appena uscite.

Poche cose nuove in questa intervista, ora la mia solita speranza è che alle parole seguano i fatti, cosa di cui ormai sono quasi certo, e che i fatti siano all´altezza delle parole.

Però il punto più interessante dell´intervista è la risposta alla domanda "Come mai tutto questo interesse da parte di AMD verso l´Open Source?".

Our customers are increasingly using Linux in areas other than the traditional server and workstation markets, and it became clear that some of those customers would be better served with an open source driver than a proprietary solution. We also discovered that the larger CPU customers tended to have a stronger interest in open source solutions than we had seen from our major GPU customers.

Ovvero, qualcuno lì fuori si sta accorgendo che Linux sta diventando una realtà, e molto probabilmente solo per interessi commerciali. Chissà, forse qualcosa inizia davvero a muoversi.

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