L’organizzazione no-profit di San Francisco Internet Archive, nota per l’archivio digitale Wayback Machine, ha dovuto affrontare diversi attacchi DDoS (Distributed Denial-of-Service) negli ultimi giorni. L'organizzazione no-profit ha annunciato che, dall’inizio degli attacchi, uno o più aggressori sconosciuti hanno lanciato decine di migliaia di richieste di informazioni false al secondo. Come spiegato in un post sul blog dell’organizzazione, datato 28 maggio: “Internet Archive, la biblioteca di ricerca senza scopo di lucro che ospita milioni di documenti storici, siti web conservati e contenuti multimediali, è attualmente al suo terzo giorno di difesa da un attacco informatico DDoS (distributed denial-of-service) intermittente”. Secondo il personale della biblioteca, le collezioni sono sicure, anche se il servizio rimane incoerente. Anche l’accesso all’Internet Archive Wayback Machine, che preserva la cronologia di oltre 866 miliardi di pagine web, è stato influenzato.
Internet Archive: gli altri attacchi degli hacker contro le biblioteche
Il post sul blog è stato pubblicato dopo che Internet Archive ha condiviso una serie di aggiornamenti sugli attacchi DDoS sulla piattaforma social X. Quello a Internet Archive non è però un caso isolato. Negli ultimi tempi, infatti, gli attacchi informatici contro le biblioteche e altre istituzioni della conoscenza sono diventati più frequenti. I casi più recenti sono avvenuti contro la British Library, il Museo di storia naturale di Berlino e la London Public Library dell’Ontario (Canada). Il fondatore di Internet Archive, Brewster Kahle, ha assicurato che le collezioni sono sicure e ha affermato che l'organizzazione sta rafforzando le proprie difese per offrire un accesso più affidabile alla biblioteca. Secondo Khale “La novità è che questo attacco è stato prolungato, di grande impatto, mirato, adattivo e, soprattutto, meschino".
Gli attacchi informatici coincidono con la battaglia legale che Internet Archive sta affrontando da parte degli editori di libri statunitensi. Quest’ultimi rivendicano la violazione del copyright e chiedono danni combinati di centinaia di milioni di dollari a tutte le biblioteche. L’anno scorso, l’organizzazione no-profit ha perso una sentenza del tribunale di grado inferiore contro gli editori di libri in una causa sul suo programma di prestito digitale controllato.