Presto o tardi le intelligenze artificiali saranno in grado di progettare in completa autonomia servizi e applicazioni. Le tecnologie alla base delle reti neurali hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni e nel giro di qualche decennio le AI potrebbero sostituire, svolgendo gran parte del loro lavoro, gli sviluppatori software.
Ma per quanto riguarda i lavori creativi e non ripetitivi? Le intelligenze artificiali saranno capaci, ad esempio, di sostituire l'uomo nella progettazione di elementi di design? A tal proposito vogliamo portavi l'esperienza di Artyom Avanesov, Product Designer e software developer, che in un recente articolo pubblicato sul suo blog personale afferma che nel prossimo futuro le AI potrenno realizzare UI in completa autonomia:
Abbiamo sentito tutti la profezia di come un giorno i robot prenderanno il nostro posto di lavoro. Ci piace ancora credere che la nostra attività [quella dei creativi] sia in qualche modo immune. Come designer di prodotti digitali pensavo anche io la stessa cosa.
Il mio lavoro richiede creatività ed intelligenza sociale, ovvero due elementi che sono completamente assenti nei computer. Almeno questo è quello che credevo finché non ho approfondito la mia conoscenza delle intelligenze artificiali.
Avanesov afferma che per essere un buon designer bisogna avere l'occhio creativo. Progettare un prodotto implica trovare un'idea e usare la creatività e l'intelligenza sociale per definirla in modo concreto e successivamente proporla ad un cliente. Fatto questo si testa e si ritesta il prodotto sviluppato finché non si trova la soluzione migliore e più adattata a tutti.
In buona sostanza per Avanesov la qualità di un prodotto è determinata dalla comprensione della psicologia dell'utente. Con più dati a disposizione si avranno design migliori. Per un singolo designer sono necessari mesi di lavoro, numerose interviste e decine di prove per ottenere tutte le informazioni necessarie alla creazione di una UI che soddisfi tutti.
Mentre aziende come Facebook o Google hanno già nei loro server migliaia di terabyte di dati riguardanti i gusti e le preferenze dei loro utenti. Sanno già cosa piace e cosa non piace. Mappano i nostri comportamenti e le nostre reazioni a determinati contenuti. Tali informazioni vengono infatti sfruttate per creare un'esperienza utente più personalizzata.
Questi dati però non sono sufficienti per creare un buon desing. Per Avanesov solo una parte della nostra psicologia può essere rilevata attraverso la semplice navigazione. La maggior parte delle informazioni necessarie per un creativo risiedono nel comportamento subconscio, che viene esternato sotto forma di microespressioni.
Il nostro linguaggio del corpo è la principale fonte di dati per un creativo. Dunque fino a quando le macchine non avranno accesso a dei sensori per mappare il nostro cervello durante la risposta a degli stimoli le intelligenze artificiali non potranno svolgere facilmente un lavoro creativo.
Disponiamo già di tali tecnologie? Si, Avanesov porta l'esempio dei device di realtà aumentata:
Quando tali dispositivi arriveranno nelle mani di tutti le varie applicazioni potranno iniziare a monitorare il nostro comportamento inconscio. Osservando magari la nostra frequenza cardiaca, la respirazione, la dilatazione delle pupille o il movimento degli occhi.
Presto le AI potranno mappare la nostra psicologia e successivamente con tali informazioni saranno capaci di adattare al meglio le interfacce utente i ai nostri bisogni.
Per Avanesov le interfacce utente del futuro non saranno semplicemente più curate ma anche estremamente personalizzate:
un giorno guarderemo le attuali interfacce grafiche come oggi guardiamo una vecchia macchina da scrivere, sbalordendoci per la sua arretratezza.
Via Artyom Avanesov