Uno studio condotto dal Centre for Combating Digital Hate (CCDH), un’organizzazione no profit britannica, ha rivelato gravi lacune nella moderazione dei contenuti da parte di Instagram. In particolare, la piattaforma viene accusata di ignorare il 93% dei commenti abusivi e minacciosi rivolti a politiche femminili.
Il CCDH ha esaminato oltre 560.000 commenti pubblicati sui profili Instagram di politiche statunitensi coinvolte nella campagna per le elezioni presidenziali del 2024. Tra questi, 1.000 sono stati identificati come particolarmente offensivi, contenenti insulti razzisti, sessisti, oltre a minacce di morte e stupro. Nonostante la segnalazione di questi commenti, 926 sono rimasti visibili per più di una settimana, senza che Instagram intervenisse.
Tra le politiche bersagliate dallo studio ci sono figure di spicco sia del Partito Democratico, come la Vicepresidente Kamala Harris, Alexandria Ocasio-Cortez e Elizabeth Warren, sia del Partito Repubblicano, come Marjorie Taylor Greene e Lauren Boebert. Lo studio non ha incluso politici maschili, concentrandosi esclusivamente sulle donne in politica.
La risposta di Instagram è stata considerata inaffidabile
Il CCDH ha fortemente criticato la risposta insufficiente di Instagram, sottolineando che mentre simili abusi verbali verrebbero rapidamente puniti in contesti fisici, online sembrano rimanere senza conseguenze. L'organizzazione ha inoltre evidenziato come la Sezione 230 del Communications Decency Act, che protegge le piattaforme online dalla responsabilità legale per i contenuti pubblicati dagli utenti, sia diventata un rifugio per i discorsi di odio e le minacce contro le donne.
Il CCDH ha richiesto interventi più severi da parte di Instagram, sollecitando l'adozione di linee guida chiare per prevenire abusi violenti. Inoltre, ha chiesto ai legislatori di garantire che le piattaforme social siano ritenute responsabili quando non riescono a proteggere le donne che lavorano per il bene pubblico.
L'incapacità di affrontare questi problemi, secondo il CCDH, sta minacciando la stabilità della democrazia e impedendo alle donne di svolgere il loro ruolo in politica senza paura di violenze o intimidazioni.
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