Amo, nelle ore che dedico alla scrittura, cercare sempre il termine che esprime meglio cià che voglio comunicare. La lingua italiana è la più completa d'Europa e credo valga la pena soffermarsi qualche istante sul peso e sulla valenza di una parola, di una locuzione, di un verbo e di un'intera frase prima di pubblicarla.
Sul web questa pratica, comune a chi scrive su altri mezzi di comunicazione, non paga, probabilmente perché non è capita e recepita. Perché?
Prima di tutto perché la lettura sul web è asincrona e frammentata. La natura stessa del web impone questo comportamento: inizio a leggere una notizia, poi guardo il video correlato, accedo al link che mi riporta ad un approfondimento, guardo la galleria di immagini e poi, forse, torno a finire di leggere la notizia originaria. Magari la leggo "per bold", tralasciando tutto il resto. Giusto per farmi un'idea, come quando ascoltiamo il TG ma facciamo tutt'altro. àˆ l'effetto radio della TV che si propaga anche su Internet.
In seconda istanza, lo stile forbito sul web paga poco perché il lettore ha fretta. Vuole capire, non essere soddisfatto e appagato, come se leggesse un libro in tutta tranquillità .
Qual è la conseguenza di tutto cià?
Un impoverimento della lingua, senza dubbio. Un appiattimento della qualità dei testi, anche. Dal punto di vista commerciale, i clienti che richiedono servizi di web writing e web copywriting potrebbero cominciare ad accontentarsi.
Gli scrittori del web a quel punto, dovrebbero trasformarsi in tecnici, ingegneri della parola utili soltanto ai fini del posizionamento. Magari calpestando i piedi ai SEO professionisti... o forse stiamo parlando di due figure professionali che si sono già fuse in una unica?