Sembra proprio che il Sudamerica sia diventato nuovamente "terra di conquista", questa volta in termini positivi. Molti paesi sudamericani, infatti, stanno dotandosi sempre più, nelle loro pubbliche amministrazioni, di software libero e di Linux in particolare, oppure vincolano i finanziamenti statali per l´acquisto di PC alla presenza di software opensource.
Ultimo in ordine di tempo, il Venezuela, che auto produrrà (in partnership con società cinesi) una linea di PC con Linux come sistema operativo, riuscendo così ad abbattere il prezzo di almeno il 40% rispetto a PC acquistati all´estero.
Il Brasile, la maggiore realtà economica del continente, con l´iniziativa Computador para Todos, cerca di dare una svolta all´accrescimento della cultura informatica e vede nell´opensource il modo di risollevare le sorti tecnologiche del paese.
L´Argentina, dopo il terribile crack finanziario che ha messo in ginocchio l´economia, sta cercando nuovi orizzonti con l´adozione del software opensource: ad oggi circa il 40% delle aziende argentine usa Linux e i numeri sono in continua crescita.
Il Cile non è da meno e adotta software opensource nelle scuole, con il sistema Edulinux.
In Perù, infine, il governo impone per legge l´uso del software opensource nell´amministrazione pubblica e obbliga al rilascio del codice sorgente nel caso si adotti software non open, possibilità concessa solo ed esclusivamente se manca un software opensource che svolga una data funzione.