L'amministrazione Trump sta proponendo un nuovo cambiamento che potrebbe rivoluzionare il processo di richiesta della cittadinanza statunitense. A partire dal 2025, infatti, le persone che fanno domanda per il green card, la cittadinanza americana o lo status di rifugiato, potrebbero essere obbligate a fornire i propri account sui social media come parte della valutazione.
La US Citizenship and Immigration Services (USCIS), l'agenzia federale che si occupa della migrazione legale, ha pubblicato questa proposta nella Federal Register, sottolineando che queste informazioni sono essenziali per un “screening e una verifica rigorosa” di tutte le persone che richiedono benefici legati all'immigrazione.
Secondo quanto riportato nell'avviso della Federal Register, la nuova politica sui social media è stata proposta per conformarsi all'ordine esecutivo emesso da Trump il suo primo giorno in carica, che richiede alle agenzie governative di esaminare tutti gli strumenti possibili per assicurarsi che le persone straniere siano adeguatamente controllate prima di entrare negli Stati Uniti. USCIS ha stimato che questa politica interesserà oltre 3,5 milioni di persone, tra cui coloro che fanno domanda per la residenza permanente, la naturalizzazione, il rifugio o la protezione umanitaria.
Dubbi sulla reale motivazione e sulla privacy
Questa iniziativa, sebbene tesa a modernizzare il sistema di immigrazione, solleva dubbi sulla sua vera motivazione. Kathleen Bush-Joseph, analista del Migration Policy Institute, ha suggerito che potrebbe essere un tentativo di “aggiornarsi alla modernità”. Tuttavia, la proposta potrebbe anche far parte di un piano per limitare l'immigrazione legale, un tema ricorrente nelle politiche dell'amministrazione Trump, che ha già imposto restrizioni su rifugiati e altri gruppi.
Gli attivisti per i diritti degli immigrati esprimono preoccupazioni sulla possibile "strumentalizzazione" dei social media contro gli immigrati. Beatriz Lopez, direttore esecutivo di Catalyze/Citizens, ha dichiarato che questa politica trasforma gli spazi online in "trappole di sorveglianza" dove gli immigrati potrebbero sentirsi costretti a modificare o censurare il proprio comportamento per paura di danneggiare le loro possibilità di ottenere la residenza o la cittadinanza.
Questa proposta di USCIS va oltre una politica simile implementata dal Dipartimento di Stato nel 2019, che richiedeva la divulgazione della cronologia dei social media per i richiedenti visto. A differenza di quest'ultima, la proposta di USCIS riguarda anche chi è già negli Stati Uniti e sta cercando di regolarizzare il proprio status. Le implicazioni di questa politica potrebbero essere ampie, non solo per gli immigrati ma anche per il futuro delle libertà civili, in un contesto sempre più sorvegliato e regolato.
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