Quanto è utile, o anche necessario, acquisire nuove skill di sviluppo per i gadget indossabili pensati per funzionare sulla Internet delle cose (IoT)? Se lo è chiesto Tim Evko, sviluppatore Web con base a New York secondo la cui opinione adattarsi alla nuova tecnologia non necessiterà di sforzi particolarmente complicati.
I gadget indossabili sono in realtà un tipo di prodotto che non sembra avere molte speranze di sfondare sul mercato, dice Evko su Sitepoint: smartwatch, sensori, braccialetti e altri sistemi hi-tech da portare in giro hanno una batteria che dura poco, tanto per cominciare, e la necessità di metterli in carica ogni notte ne riduce fortemente l’appeal.
Dopo la batteria l’altro problema da tenere in considerazione è la connettività a Internet, elemento senza il quale i sistemi IoT sono praticamente inutili; poi c’è la scarsa accuratezza dei sensori integrati nei gadget, con i lettori biometrici (per il battito cardiaco e non sono) di braccialetti e smartwatch che sono già stati squalificati dagli esperti come inaffidabili.
In ultimo, ma è probabilmente il problema principale per le prospettive della IoT, va considerata la richiesta dei consumatori: al momento i gadget indossabili non li vuole praticamente nessuno, ed è probabile che la situazione resti identica se non si risolveranno prima difetti fondamentali come la succitata scarsa autonomia.
Tutto considerato, e anche tenendo in conto il fatto che i gadget della IoT provano a replicare strumenti già abbondantemente presenti nella dotazione di un qualunque smartphone messo in vendita negli ultimi anni, Evko suggerisce agli sviluppatori di non preoccuparsi troppo dei gadget per il prossimo futuro.
Via | Sitepoint