Nessuna rivoluzione in vista per il servizio di pay-per-click di Google, ma è d'obbligo una riflessione su come Adwords venga a volte percepito dal merchant come una tassa dal costo doppio: troppe le volte in cui il costo della consulenza viene considerato un surplus immotivato o peggio inutile. Come dire: pago già Adwords, pago anche te?
Nello specifico caso la "confusione" nasce dal fatto che un merchant di poca esperienza pensa di dover "solo" pagare un professionista affinchè gli ottimizzi le campagne e lo faccia guadagnare oppure che i costi vivi di Adwords (il budget da destinare ai click) siano un buon presupposto per pretendere caritatevole assistenza da un professionista.
Inoltre l'apparente facilità d'uso di Adwords (in 5 minuti si è online) spinge a denigrare in partenza l'eventuale spinta di una consulenza ad hoc.
Tralasciando il discorso "spesa = potenziale rientro economico" e non "spesa = fondo perduto", il costo di Adwords può essere visto come una spesa per le materie prime, da destinare alla costruzione di un oggetto fisico, mentre il costo del consulente rappresenterebbe quello dedicato al prestatore di manodopera. Ognuno può essere in grado di costruire il proprio oggetto da sè, ma è probabile che un professionista riesca ad ottenere una qualità migliore.
àˆ un discorso che vira al confronto con il "mondo reale" per far meglio breccia su menti scettiche o poco informate sullo strumento, ma che richiede sempre una grossa fatica e viene spesso visto come un "solito modo per chiedere più soldi".
Spiegare il concetto di consulenza con "quel che spendi in più ora ti fa risparmiare maggiormente (o addirittura guadagnare di più) in futuro" non sembra essere un grimaldello vincente. Le varie strategie di offerte lavorative (costo omnicomprensivo click+consulenza, premi sulle conversion, ecc.) servono relativamente se manca di fondo l'ottica di investimento su strumento e consulente.