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Il design responsive non ucciderà  le app native

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L'attenzione al design responsive, ovvero quella progettazione Web che permette ai siti di adattarsi a qualsiasi dimensione schermo senza la necessità  di versioni specifiche, è in questo periodo ai massimi livelli. Tutti ne parlando, tutti vogliono un sito responsive, i grafici e gli editori chiedono a gran voce che anche il mondo pubblicitario vi si adegui. Ma il design responsive è davvero la soluzione a tutti i mali? E, soprattutto, può decretare la morte delle applicazioni native per smartphone e tablet?

In linea puramente teorica, la versatilità  del design responsive su qualsiasi schermo e la sua compatibilità  cross-platform lo rendono il candidato perfetto in sostituzione delle app native: non c'è bisogno di creare una versione specifica per i vari sistemi mobile esistenti e nemmeno di attendere l'ammissione, o il rifiuto, del proprio prodotto dai negozi virtuali di software. Eppure, le app non scompariranno e la nuova progettazione non le ucciderà . Sono gli editori stessi a confermarlo.

Si parte dal popolare portale BuzzFeed, specializzato in meme, notizie dalla rete e aggiornamenti curiosi. Così spiega Chris Johanesen, vicepresidente del prodotto:

Il design responsive gode ora di un'ottima eco, ma non è una soluzione che può essere applicata ovunque. Sebbene sembri invitante, in teoria, avere una soluzione che funzioni ovunque, se si desidera che tutti godano della migliore esperienza d'uso possibile è necessario ottimizzare il prodotto per i diversi device e i diversi usi.

Lo stesso dal Time e dal The New York Times, i quali sottolineano come il mercato di applicazioni native per iOS e Android sia "particolarmente forte" e di certo non un settore da abbandonare, nemmeno a favore di un sito responsive. Si tratta di due strategie separate, così come sottolinea Alexandra Hardiman del The New York Times, gli editori devono pensare sia all'ottimizzazione Web che alla diffusione di contenuti tramite applicazione.

C'è anche chi, tuttavia, non crede pienamente nel ricorso alle applicazioni. Per il lancio del nuovo prodotto Quartz, Atlantic Media ha deciso di affidarsi al Web anziché a soluzioni specifiche per ogni sistema operativo mobile esistente. Ma non si tratta di una posizione anti-app, bensì di un attento bilancio di costi, benefici e funzionalità .

Se vi fossero servizi, feature o funzionalità  che potrebbero essere espletate in modo migliore in ambiente app, esploreremmo di certo questo settore. Non vi è un'opposizione dogmatica alle app.

Non mancano, infine, le rilevazioni in controtendenza. CollegeHumor, il portale specializzato in satira e contenuti virali, spiega come la società  ottenga molto più traffico dal web responsive che dalle applicazioni mobile. La motivazione è però semplice: è proprio la natura virale del prodotto che la rende maggiormente fruibile in un environment classico.

Le persone ci trovano sul web perché vedono un link su Facebook, Tumblr o Twitter.

Fonte: AdWeek

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