La diffusione del nuovo coronavirus 2019-nCoV in Cina potrebbe avere un impatto anche sul mercato dei server. È quanto spiega una società di analisi di Taiwan, così come riporta il The Register, nell'annunciare una riduzione del segmento di mercato del 10% per il primo trimestre del 2020.
La causa, come è facile intuire, è dovuta ai rallentamenti della produzione nei principali impianti asiatici: alcune aziende hanno deciso di prolungare la chiusura dopo le festività per il Nuovo Anno Lunare, altre hanno limitato la forza lavoro a scopo preventivo.
Secondo quanto riferito da Digitimes Research, il mercato dei server potrebbe subire un calo nel primo trimestre del 2020, rispetto alle precedenti previsioni. Inizialmente le stime parlavano di una crescita dell'1.2% su base annua per il Q1, tuttavia l'improvvisa apparizione del coronavirus avrebbe costretto a una revisione delle percentuali.
Il calo potrebbe essere addirittura del 9.8%, per un totale di 2.94 milioni di server consegnati. Per confronto, nel primo trimestre del 2019 sono stati consegnate 3.26 milioni di unità.
Il rallentamento potrebbe causare ovvi disagi ai grandi big dell'informatica, sempre più affamati di soluzioni server e storage, anche per il funzionamento dei loro servizi cloud. Così spiega l'analisi:
Compagnie di data center, come Facebook e Microsoft, presentano ancora una forte domanda di server per il primo quarto del 2020. Tuttavia, data l'apparizione del coronavirus, questi ordini - originariamente programmati per l'evasione proprio nel primo quarto - sono stati posticipati.
Gli esperti non sembrano però essere particolarmente preoccupati. Così come sempre il The Register riporta, gli analisti di DRAMeXchange hanno sottolineato come i principali gruppi mondiali si stiano già organizzando per spostare le forniture su compagnie e impianti fuori dalla Cina, affinché si possa diversificarne la produzione.
Allo stesso tempo, tutte le aziende coinvolte hanno deciso di dare priorità alla salute dei dipendenti anziché alle richieste di mercato, sicure di poter recuperare non appena l'epidemia di coronavirus sarà superata, senza troppo impatto sui risultati fiscali annuali.