Voglio parlarvi di un articolo che ho letto su SiteReference. Si intitola The Surprising Truth About Ugly Websites. Più o meno: La sorprendente verità sui brutti siti web.
E quale sarebbe la sorprendente verità ? Che molti siti brutti funzionano. L'autore parte dall'esempio di Plenty of fish, un servzio di dating che ricava $10.000 al giorno con AdSense e che tutte le volte che l'ho visitato in questi giorni aveva non meno di 3.000 utenti collegati. Funziona, insomma. Come Craiglist, del.icio.us o eBay. Ma il design?
L'articolo di Mark Daoust cerca di indagare le ragioni che possono trasformare il brutto anatroccolo nella gallina dalle uova d'oro e si sofferma su fattori, diciamo così, ovvi come la semplicità d'uso. C'è però una parte del suo ragionamento che mi piace evidenziare e condividere con voi.
La mancanza di professionalità e di cura dei dettagli nel design può portare il mitico utente medio (che tecnologicamente e culturalmente non è magari persona sofisticata) a fidarsi di più, perché sente che dietro quel sito non c'è un'organizzazione asettica e impersonale, ma individui come lui. L'apoteosi del ruspante, insomma, del genuino, anche sul web.