IBM, storica azienda dell'IT, ha annunciato pubblicamente la sua volontà di acquisire il controllo di Red Hat. Si tratterebbe di un'operazione da ben 34 miliardi di dollari volta al potenziamento dei servizi Cloud dell'azienda di New York. Entrambe le compagnie detengono una quota di mercato molto ampia di questo settore e una fusione con Red Hat metterebbe IBM in una posizione di vantaggio rispetto ai competitor.
Red Hat è stata la primissima azienda quotata in borsa a basare il proprio "core business" su Linux. Nasce infatti nel 1993, due anni dopo la prima release del kernel Linux, e a tutt'oggi è responsabile dello sviluppo di ben due distribuzioni, Red Hat Linux Enterprise e Fedora, del desktop envirnment più diffuso su Linux, GNOME, del display server Wayland, del sistema di init systemd e del sistema di pacchetti bundle Flatpack che è ormai uno standard per diverse distribuzioni.
Red Hat ricopre ormai un ruolo primario nell'implementazione dei componenti utilizzati dalle distribuzioni. Nello sviluppo e nell'evoluzione di Linux è stata da sempre un'azienda determinate, non stupisce quindi che IBM abbia deciso di integrarla nella divisione Hybrid Cloud pur mantenendo.
Con tale acquisizione IBM diventa dunque il fornitore di servizi Cloud più grande al Mondo, ma l'operazione non sarà finalizzata prima del 2019. L'obbiettivo di IBM è di convincere i propri clienti a spostare i propri applicativi sul Cloud in modo da limitare i costi e velocizzare i tempi di distribuzione, oltre ovviamente a garantire una piena compatibilità con quante più piattaforme possibili.
L'open source sta alla base della trasformazione digitale e IBM porterà le tecnologie di Red Hat ad un pubblico ancora più ampio. Le due aziende collaborano da diversi anni e tale acquisizione, che consentirà di competere ad armi pari con Microsoft e Amazon, è il culmine di una partnership di lunga data.
Via IBM