Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari, ha lanciato un avvertimento sui pericoli che i social media possono rappresentare per la democrazia. In un videomessaggio rivolto ai partecipanti della quinta conferenza del Soft Power Club, tenutasi a Venezia e organizzata da Francesco Rutelli, Gentiloni ha sottolineato come l'evoluzione delle piattaforme digitali abbia reso difficile anche solo raggiungere un consenso sui fatti fondamentali. Secondo il commissario, i social media sono spesso utilizzati da individui o gruppi con l'intento di creare divisioni e discordie all'interno delle società, mettendo a rischio la stabilità democratica.
Gentiloni ha evidenziato come il risultato di questo uso distorto dei social media sia una crescente polarizzazione, che divide le persone in fazioni opposte e incapaci di trovare un terreno comune di dialogo. Nelle prime fasi dell'ascesa dei social media, molti speravano che queste piattaforme avrebbero democratizzato l'accesso alle informazioni, creando un nuovo spazio per il confronto delle idee. Tuttavia, Gentiloni ha osservato che tale visione si è rivelata "ingenua", poiché la realtà attuale mostra chiaramente il ruolo che la disinformazione online ha avuto nel frammentare il consenso sui fatti essenziali.
Una destabilizzazione delle democrazie
Il commissario ha anche evidenziato il ruolo degli algoritmi, che tendono a favorire contenuti che sollecitano le emozioni negative, come paura e odio, amplificando il loro impatto. Inoltre, Gentiloni ha richiamato l'attenzione sui rischi legati ai progressi nell'intelligenza artificiale, in particolare con la creazione di deepfake, video falsi ma quasi indistinguibili dalla realtà.
Queste tecnologie, secondo Gentiloni, sono spesso sfruttate da attori malintenzionati per manipolare l'opinione pubblica e creare ulteriore confusione. Gentiloni ha messo in guardia contro l'uso dei social media da parte di individui che mirano a destabilizzare le democrazie, invitando a riflettere sugli effetti negativi della disinformazione e delle tecnologie avanzate, che rischiano di compromettere la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni democratiche.