Il gap tecnologico tra Cina e Stati Uniti, dovuto in parte alle restrizioni commerciali volute da Donald Trump nel 2019, potrebbe essersi accorciato. Huawei ha infatti lanciato il suo nuovo top di gamma, chiamato Huawei Mate 60 Pro, che conterrebbe al suo interno il chip proprietario Kirin 9000 con 5G integrato. In particolare, si tratta di un processore a 7 nanometri, considerato impossibile da produrre con la tecnologia cinese dopo il ban degli U.S.A di quattro anni fa. L’accoglienza entusiastica (con note di nazionalismo) da parte degli utenti e il boom di vendite, fanno pensare però che l’azienda cinese potrebbe presto tornare ad essere competitiva.
Huawei Mate 60 Pro: un chip impossibile da realizzare?
Secondo le notizie ufficiali, l'azienda cinese avrebbe realizzato il Huawei Mate 60 Pro in collaborazione con la SMIC (Semiconductor Manufacturing International Corp). Lo scorso anno gli Stati Uniti hanno anche vietato l’esportazione di macchinari per produrre chip avanzati verso la Cina. Si pensava quindi che Huawei non potesse andare oltre ai chip a 14 nanometri. Tuttavia, i Kirin 9000 hanno smentito quella che sembrava essere una realtà assodata. Per alcuni analisti, il nuovo chip di Huawei sarebbe la copia di un chip a 7 nanometri prodotto dalla Taiwanese TSMC. Tuttavia, non è ancora chiaro come l’azienda cinese sia riuscita a realizzare questo tipo di processore senza la tecnologia necessaria. Questi processori sottilissimi vengono infatti realizzati con macchinari che utilizzano la litografia ultravioletta estrema (EUVL). Si tratta di una tecnologia perfezionata dall'azienda olandese ASML (la quale ha recentemente aderito al ban imposto dagli Stati Uniti).
Non è chiaro se SMIC abbia usato macchinari di ASML, che potevano acquistare fino all’anno scorso. Tuttavia, la presenza del potente processore Kirin 9000 all’interno del Huawei Mate 60 Pro dimostra che la Cina è in grado di realizzare chip avanzati. A questo punto Pechino potrebbe anche utilizzarli nel campo dell’intelligenza artificiale.