Ha rappresentato il font d'elezione in quest'epoca di minimalismo estremo, dove le interfacce si sono fatte sempre più semplificate, semplici da consultare e del tutto prive di fronzoli. E sebbene in passato molte aziende abbiano deciso di adottarlo, si pensi ad Apple con l'addio alle versioni scheumorfiche di iOS, anche per Helvetica potrebbe essere giunto il momento del commiato.
Ne sono convinti i principali designer mondiali, pronti in alcuni casi a definire il popolarissimo font come il nuovo Comic Sans. Non di certo per l'impatto visivo - a differenza del più giocoso e abusato Comic Sans, Helvetica rimane una famiglia di caratteri estremamente elegante e professionale - bensì per la sua distribuzione.
Il mercato non ha dubbi: è giunta l'era di lanciarsi sui font bespoke. Ma perché Helvetica è stato importante e, soprattutto, cosa sono i cosiddetti font tailored?
Prima di addentrarsi nella disamina del nuovo trend sul fronte dei font, è ovviamente doveroso ricordare come l'associazione al Comic Sans risulti più una provocazione che una realtà effettiva. Chi volesse scegliere oggi Helvetica, si troverà di certo di fronte a una soluzione versatile ed elegante, certamente gradita dal pubblico e adatta ai più svariati contesti.
Helvetica: la storia
Per quanto l'adozione di massa di Helvetica sia stata decisamente recente, il font affonda le sue radici nel passato. È infatti stato ideato nel 1957 da Eduard Hoffmann e disegnato da Max Miedinger, per la fonderia Haas di Münchenstein. L'intuizione fu certamente geniale: produrre un carattere privo di grazie, elegante e dall'elevata leggibilità, capace di sottolineare sia il carattere che la solidità della fonderia in questione.
La prima versione venne chiamata Neue Haas Grotesk, poi modificata in Helvetica nel 1961, quando Stempel e Linotype introdussero sul mercato la serie intera di caratteri. Venne immediatamente apprezzato soprattutto in ambito pubblicitario, dove divenne popolare per le tecniche di lettering, ma anche come alternativa più moderna e professionale per molti font serif scelti per i documenti. Nel 1984 venne quindi inserito da Apple nel primissimo Macintosh, mentre nel 1989 divenne il font ufficiale per la segnaletica stradale di New York.
Sempre molto apprezzato, Helvetica ha potuto approfittare di una vera e propria seconda vita, soprattutto con l'affermazione in ambiente informatico del minimalismo opposto allo scheumorfismo. Dal 2010 in avanti, in particolare, è stato scelto da numerose aziende nella sua edizione Neue, in particolare ottenendo estremo successo con la famiglia Helvetica Neue Ultra Light.
Da Helvetica ai Bespoke Font
L'enorme diffusione di Helvetica negli ultimi anni, sia in ambito professionale che amatoriale, ha però determinato qualche grattacapo per le aziende. Quando tutti sembrano gradire la stessa famiglia di font, infatti, risulta necessario puntare sulla differenziazione per rendersi maggiormente riconoscibili rispetto ai propri competitor. E così le principali multinazionali, fino a poco tempo fa appassionate di Helvetica, hanno deciso di puntare sui cosiddetti bespoke o tailored font.
Le loro peculiarità sono spiegate dalla stessa definizione: si tratta infatti di "caratteri su misura”, creati appositamente per identificare la singola società o un particolare servizio, senza la possibilità che altri lo possano utilizzare.
Gli esempi sono fra i più disparati: da Roboto di Google a San Francisco di Apple, rispettivamente scelti per Android e iOS, passando per IBM Plex, CNN Sans, YouTube Sans e moltissimi altri. Si tratta in quasi l'esclusività dei casi di font sans serif, così come impongono le tendenze moderne, tuttavia con un tratto di collegamento in comune: per quanto cerchino di differenziarsi, ricordano tutti in qualche modo proprio Helvetica, indubbiamente il font più amato di sempre.