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Grazie all'AI il linguaggio di programmazione più usato è l'inglese

Fino a poco tempo fa, la scrittura di codice era un’attività riservata a chi possedeva competenze specifiche, ora basta conoscere l'inglese.
Grazie all'AI il linguaggio di programmazione più usato è l'inglese
Fino a poco tempo fa, la scrittura di codice era un’attività riservata a chi possedeva competenze specifiche, ora basta conoscere l'inglese.
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L’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il panorama della programmazione, trasformando il linguaggio naturale in uno strumento potente per la creazione di software. Fino a poco tempo fa, la scrittura di codice era un’attività riservata a chi possedeva competenze specifiche in linguaggi come C++, Python o Java.

Oggi, grazie a strumenti avanzati basati sull’AI, come GitHub Copilot, questa barriera è in fase di abbattimento, rendendo la programmazione accessibile a un numero sempre maggiore di persone. Andrej Karpathy, figura di spicco nel settore tecnologico e dirigente di Tesla, aveva già anticipato questo cambiamento. Ora, la sua previsione sta diventando realtà.

Anche Jensen Huang, amministratore delegato di NVIDIA, ha evidenziato come l’inglese stia assumendo il ruolo di un nuovo linguaggio di programmazione, grazie all’innovazione portata dall’intelligenza artificiale. L’obiettivo è quello di semplificare l’accesso alla tecnologia informatica, eliminando la necessità di padroneggiare linguaggi complessi.

Il linguaggio naturale come linguaggio di programmazione

I grandi modelli linguistici, come GPT-4 di OpenAI, rappresentano il cuore di questa rivoluzione. Microsoft, con la sua soluzione GitHub Copilot, consente agli utenti di descrivere le proprie necessità utilizzando il linguaggio naturale e ottenere come risultato un codice pronto per l’uso. Per Satya Nadella, CEO di Microsoft, questa tecnologia segna un passo decisivo verso la democratizzazione della programmazione.

Secondo Emad Mostaque, CEO di Stability AI, già oggi una percentuale significativa del codice presente su GitHub, pari al 41%, è generata dall’intelligenza artificiale. Nel 2024, il concetto di programmazione non è più esclusivo degli esperti, ma si estende a chiunque sia in grado di esprimere chiaramente un problema e formulare una richiesta.

Tuttavia, come ha sottolineato Huang, rimane fondamentale la capacità di perfezionare le istruzioni fornite ai sistemi di AI per ottenere i risultati desiderati. Sebbene l’arte dell’ingegneria dei prompt richieda ancora competenze specifiche, la direzione è chiara: l’intelligenza artificiale sta aprendo la programmazione a un pubblico più vasto e diversificato.

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