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Google Speed Update: cosa cambierà?

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È stato annunciato lo scorso gennaio e, proprio in questi giorni, è partito il rollout a livello mondiale: lo Speed Update di Google, l'ultimo aggiornamento dell'algoritmo del motore di ricerca, trasformerà la velocità di caricamento di una pagina in un fattore di ranking. Non vi sono però motivi di grande preoccupazione per sviluppatori e SEO, almeno stando alle parole della stessa società, pronta a sottolineare come la modifica porterà probabilmente alla penalizzazione solo di "una piccola percentuale" di siti Web. Ma quali sono i dettagli generali da sapere?

Così come di consuetudine, Google non entra nel dettaglio del funzionamento dei suoi algoritmi, né fornisce una guida estensiva per comprendere a fondo il sistema alla base di ogni aggiornamento. Allo stesso modo, però, il gruppo fornisce delle indicazioni di massima che possono essere certamente utili sia ai Web designer che ai SEO. Di seguito, qualche informazione utile.

Speed Update: cosa è?

Per Speed Update si intende l'ultimo aggiornamento delle tecnologie alla base del motore di ricerca di Google: così come annunciato già lo scorso gennaio, da ora per stabilire il ranking la piattaforma farà affidamento anche sul fattore velocità. Questo elemento, in linea generica, è determinato dalla rapidità di caricamento di un sito Web dopo che l'utente l'ha richiamato dal suo browser e può dipendere da moltissimi fattori: pesantezza delle pagine, utilizzo di contenuti multimediali, banda a disposizione lato server, qualità del codice e tanto altro ancora.

Naturalmente, Google non misurerà tutti i fattori client-side, ovvero dipendenti dallo stesso utente quali la velocità della connessione a propria disposizione, le risorse hardware del dispositivo usato e molto altro ancora. Quelli che il motore di ricerca terrà in considerazione sono elementi come l'ottimizzazione delle pagine, la scelta di server e interconnessioni performanti, la capacità di sostenere ingenti picchi di traffico e molto altro ancora.

Lo Speed Update vale per qualsiasi tipo di sito, indipendentemente dalla tecnologia con cui è stato sviluppato, tuttavia non dovrebbe portare a penalizzazioni eccessive. Il sistema, infatti, è pensato per influire sul ranking soprattutto sui siti eccessivamente lenti, quindi quelli che potrebbero già trovarsi in posizioni medio-basse, mentre la rapidità di caricamento non sarà il fattore determinante dell'indicizzazione, bensì uno dei tanti.

Mobile e qualità

Così come Google ha avuto più volte modo di precisare, lo Speed Update si concentrerà soprattutto sull'universo mobile. Considerato come oggi gran parte delle ricerche avvenga tramite smartphone e tablet - si stima che la navigazione globale avvenga ormai al 60% su questi dispositivi - è importante che la performance rimanga sempre elevata. Ancora, la velocità di caricamento su mobile è proporzionale alla pesantezza delle pagine: siti leggeri, tra l'altro, indispensabili per una buona esperienza d'utilizzo in mobilità.

Sebbene non faccia precisamente parte dell'aggiornamento in corso di rilascio in questi giorni, è bene sottolineare come già da tempo Google prediliga versioni responsive dei siti - quindi in grado di garantire la medesima esperienza sia sui dispositivi che su Desktop - rispetto alternative ottimizzate per i piccoli schermi, quelle solitamente riconosciute come "m".

Non è però tutto: come Big G ha confermato, la qualità dei contenuti non verrà surclassata dal fattore rapidità. Un sito mediamente lento, ma con contenuti ottimizzati, affidabili e capaci di suscitare un buon interesse collettivo, occuperà comunque posizioni di ranking più elevate rispetto a siti ultra-rapidi ma dalla qualità opinabile.

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