Sulla causa intentata da Oracle in agosto nei confronti di Google, circa la presunta violazione (da parte dell´implementazione della virtual machine JAVA di Android) di alcuni brevetti della stessa Oracle, il gigante di Mountain View ha dato risposta ufficiale negando qualsiasi addebito e chiedendo l´archiviazione.
Tutte le accuse di Oracle vengono sintetizzate dagli avvocati di Google come "vaghe", e anzi un portavoce dell´azienda di Mountain View rincara la dose:
È preoccupante che dopo anni di supporto all´open source, Oracle attacchi non solo Android, ma l´intera comunità JAVA con vaghe motivazioni sul copyright.
Il 18 novembre è fissata un´udienza presso la Northern District of California, che deciderà se archiviare le accuse o andare innanzi con la causa, la quale potrebbe avere effetti disastrosi su Android: Google potrebbe esser costretta a pagare costose royalty ad Oracle, oppure (chissà) a modificare lo stack software con le quali vengono scritte le applicazioni Android.
In ogni modo, la replica di Google spazia a tutto campo (come sovente gli avvocati sono usi fare) e può esser sintetizzata nelle seguenti affermazioni:
- I brevetti non sono validi e/o sono stati resi open (in questo caso la citazione in giudizio vedrebbe un´archiviazione quasi d´ufficio);
- Android non infrange alcun brevetto;
- Oracle ha atteso troppo per intentare la causa;
- Oracle non ha diritti nel portare in giudizio Google, in quanto essa stessa non viene danneggiata da Android.