Chiunque si occupi di ottimizzazione SEO conosce già da tempo l'importanza di Google+, il social network di Big G, in termini di indicizzazione. Se non altro, per accedere ad alcune feature aggiuntive del motore di ricerca - si pensi all'authorship - un account sul social è praticamente obbligatorio. Ma quanto pesa davvero Google+ e quali sono gli effetti sui concorrenti, come Facebook, Twitter e Pinterest? A rispondere a questa domanda ci prova SearchMetrics, con la sua annuale ricerca sui fattori di ranking.
La società ha voluto indagare quali siano i fattori che, negli ultimi 12 mesi, hanno più contribuito all'alto ranking sulle pagine di Google. Ha quindi analizzato 10.000 fra le chiavi di ricerca più gettonate su Google UK - tra cui anche iPhone 5 e Samsung Galaxy S4, per includere termini nati nell'ultimo anno - e ha effettuato delle inferenze rispetto alle tecniche SEO adottate da gruppi e società alle prime posizioni. Il primo dato rilevante è che il ricorso alla condivisione social, in particolare dall'introduzione di Penguin, ha un peso sempre maggiore nei risultati di ricerca, sebbene non sia ancora sufficiente per stabilirne da sola il successo. Come prevedibile, la presenza social è nulla se mancano altri tipi di ottimizzazione, come la cura delle keyword, della lunghezza dell'url, dei backlink e molto altro ancora.
All'interno dell'ambito sociale, però, Google+ apparirebbe come predominante rispetto ai concorrenti (si veda l'infografica a questo indirizzo). Il condizionale è d'obbligo, perché ovviamente non vi sono informazioni ufficiali dal motore di ricerca, bensì delle deduzioni fatte da SearchMetrics
sulla base dell'osservazione empirica dei risultati di indicizzazione. Più che dare risposte certe, allora, lo studio si propone di calcolare la possibile correlazione in termini relativi tra ricorso ai social e livello di indicizzazione. E a quanto pare, Google+ avrebbe un peso lievemente più alto rispetto ad altri social. Si tratta pur sempre di dati da prendere con le pinze, anche perché è normale che più un sito sia visitato, maggiori siano anche le condivisioni sociali, Google+ incluso.
Google non è quindi neutrale, vi è una sorta di conflitto d'interesse tra il motore di ricerca e il social network della stessa azienda? È certamente singolare sottolineare come la correlazione rilevata da SearchMetrics metta Google+ alla prima posizione, quando Facebook e Twitter sono universi largamente più utilizzati rispetto all'ambiente di Big G, un social che non è mai davvero decollato. Al momento, però, non vi è motivo di preoccuparsi. Il peso specifico dei social sul ranking, per quanto in aumento, rimane ancora infinitesimale rispetto a tutti gli altri fattori che spingono un sito su Google.
Fonti: CMSWire, eConsultacy