In questi giorni in Rete si parla della possibilità che Google stia smettendo di indicizzare le vecchie pagine Web. A questo proposito è possibile citare l'intervento di un impiegato di Amazon, Tim Bray, che ha recentemente pubblicato un articolo sul suo blog personale dove propone un paragone tra i risultati di diversi motori di ricerca basato su articoli pubblicati da lui stesso più di 10 anni fa.
Dai test effettuati emergerebbe come riuscire a reperire tramite Google alcuni dei post pubblicati da Bray tra il 2006 e il 2008 sia divenuto molto complicato anche conoscendo il titolo preciso e l'argomento del contenuto desiderato.
L'indicizzazione dell'intera rete Internet è un processo estremamente complesso e costoso e lo diventa sempre di più giorno dopo giorno con il costante incremento delle risorse presenti online. A ciò si aggiunga che l'obbiettivo primario di Mountain View non è propriamente quello di indicizzare la totalità del Web, il suo core business si basa infatti sull'advertising da associare alle pagine più ricercate, è quindi possibile che recensioni e articoli non più richiesti, perché datati, finiscano per essere marginalizzati.
In questi anni (almeno apparentemente) gli utenti sono stati abituati da Big G ad avere sottomano la totalità dei dati presenti in Rete, pensando dunque che tali contenuti fossero persistenti e sempre reperibili sul motore di ricerca. Lo studio di Tim Bray sembrerebbe invece dimostrare un cambiamento di rotta.
Ovviamente quanto detto potrebbe non essere valido soltanto per Google, ma motori di ricerca differenti con altri obbiettivi, come ad esempio il progetto DuckDuckGo animato dal crowdsourcing, sembrerebbero non manifestare comportamenti simili è le ricerche effettuate mostrerebbero senza problemi anche pagine ed articoli davvero molto datati.
Via Tim Bray