Google ha recentemente aggiornato i suoi termini e condizioni per l'assistenza e la riparazione dei dispositivi, cercando di chiarire la sua posizione sull'uso di parti non OEM (originali) nei telefoni Android inviati per la riparazione.
Questo cambiamento arriva dopo una serie di critiche riguardo alla precedente versione dei termini, che indicava che Google poteva trattenere dispositivi con parti non OEM, causando preoccupazioni tra gli utenti che avevano utilizzato componenti di terze parti per riparare i propri telefoni.
In passato, i termini di servizio di Google specificavano che i dispositivi non sarebbero stati restituiti se fossero state trovate parti non OEM al loro interno. Questo ha sollevato timori tra gli utenti, preoccupati che Google potesse confiscare i loro dispositivi se avessero riscontrato problemi durante l'assistenza.
Meno rigidità ma comunque confusione
La nuova versione dei termini è meno rigida ma rimane vaga. Google ora afferma che potrebbe non essere in grado di riparare dispositivi con parti non OEM in "alcune circostanze", citando motivi di sicurezza come possibile causa. Tuttavia, rassicura gli utenti che il dispositivo verrà restituito, "a meno che i requisiti di salute o di sicurezza non lo impediscano". Se Google non può restituire il dispositivo, si impegna a collaborare con l'utente per trovare una soluzione.
Nonostante l'aggiornamento, la nuova formulazione lascia ancora spazio a dubbi. Non è chiaro quali siano le "circostanze" in cui Google potrebbe trattenere un telefono, e la clausola sui requisiti di salute e sicurezza è aperta a varie interpretazioni. Gli utenti rimangono incerti su come Google gestirà i dispositivi con parti non OEM e su quali specifiche circostanze potrebbero impedire la restituzione di un dispositivo.
Questa modifica da parte di Google avviene in un contesto più ampio di controversie riguardanti le politiche di riparazione dei dispositivi tecnologici. Recentemente, anche Samsung è stata coinvolta in una polemica simile. Un contratto trapelato ha rivelato che Samsung richiede ai negozi di riparazione indipendenti di smontare i telefoni Galaxy se hanno parti aftermarket, sollevando preoccupazioni sulla concorrenza e sul diritto alla riparazione.