Si scrive Noop, si pronuncia "noh-awp", è un linguaggio, ed è un po´ come il Java, cioè compilato per produrre bytecode interpretato su una Java Virtual Machine. Questo è Google Noop il nuovo linguaggio che l´azienda di Mountain View sta ideando, progettando, e che ben presto pubblicizzerà in giro per il mondo.
Dopo un browser Web (Google Chrome), dopo un sistema operativo (Google Chrome OS), per "par condicio" ci voleva anche un linguaggio; purtroppo o per fortuna, giudicate voi, non è stata usata una variante del nome Chrome, bensì una nuova sigla: Noop.
Parliamo del linguaggio e della sua genesi:
Noop è un linguaggio che cerca di fare tesoro di tutte le cose migliori dei linguaggi vecchi e nuovi, e nel contempo incoraggia le migliori best-practices e scoraggia quelle peggiori.
A dirla tutta però Google Noop ancora non è stato definito completamente. Esistono diverse proposte tutte al vaglio degli esperti di Google, e per ora gli unici punti certi sono:
- Supporto al Design Pattern di Dependency Injection;
- Supporto allo Unit Testing;
- Immutabilità;
- Elevata leggibilità del codice;
- Supporto a tool di documentazione;
- Supporto alle "properties";
- Linguaggio Tipizzato (strong typing).
Provare Google Noop oggi non è proprio semplicissimo. È possibile utilizzare tre tecniche: trasformare un listato Noop in un listato Java (con perdita di alcune funzionalità), interpretare direttamente il programma (command-line interpreter), compilare il programma in bytecode per JVM.
Se siete curiosi, se volete provare Noop, se volete capire Noop fate riferimento al set-up dell´ambiente descritto sul wiki di Google.