Il progetto gRPC di Google raggiunge il traguardo della beta, uno status che sancisce la (quasi) maturità del tool Open Source e la possibilità, nel prossimo futuro, di impiegare la tecnologia in ambienti di produzione dove l’affidabilità del codice è una caratteristica imprescindibile.
Google definisce gRPC (dove RPC sta per Remote Procedure Call) come un sistema per invocare procedure e dati remoti come se si trattasse di oggetti presenti in locale, un modo per facilitare la creazione di applicazioni e servizi distribuiti.
Il funzionamento di gRPC è speculare, spiega ancora Mountain View, visto che la componente server della API si incarica di gestire le chiamate in remoto e il client è fornito di stub capace di replicare “esattamente gli stessi metodi presenti sul server”.
Al momento gRPC supporta un buon numero di linguaggi di programmazione e sviluppo particolarmente diffusi come C++, Java, Go, Python, Ruby, C#, PHP e altri ancora, mentre la versione pubblica del progetto è stata modificata per meglio servire le esigenze degli sviluppatori esterni.
La versione originaria di gRPC era infatti basata su Stubby, vale a dire un sistema usato internamente dalla corporation e fin troppo legato alle esigenze e alla configurazione infrastrutturale specifici della compagnia capitanata da Larry Page.
Via | Google Developers Blog