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Google, Apple e Microsoft contro la sorveglianza governativa

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Dopo lo scandalo NSA, i colossi dell'informatica si riuniscono per chiedere al governo degli Stati Uniti una morsa meno stretta su sorveglianza e privacy. Google, Microsoft, Apple, Facebook, Twitter, LinkedIn, Yahoo e AOL hanno infatti unito le forze e han chiesto al Presidente Barack Obama e al Congresso, tramite lo strumento della lettera aperta, di regolamentare quelle attività di controllo che potrebbero andare a discapito degli utenti.

A diversi mesi dall'emersione sulla stampa dello scandalo PRISM - il sistema di intercettazione massiccia degli utenti dentro e fuori dagli Stati Uniti - e delle rivelazioni di Edward Snowden, l'indignazione sulla privacy negata degli utenti è ancora alta. E al centro delle polemiche ci finiscono proprio le aziende impiegate nell'online, accusate di sapere e di foraggiare le esigenze governative, nonostante tutte abbiano negato con forza una collaborazione su vasta scala con la NSA.

Pur riconoscendo la necessità delle agenzie federali di accedere ad alcune informazioni per la sicurezza della nazione, la campagna voluta dai giganti del Web - chiamata Reform Government Surveillance - cerca di introdurre il principio dell'inviolabilità della privacy e la piena trasparenza delle richieste governative, affinché tutto possa essere monitorato e non si violino i diritti di base dei cittadini. Così spiega Larry Page, CEO di Google:

La sicurezza dei dati dei nostri utenti è fondamentale, è per questo che abbiamo investito così tanto nella crittazione e nella lotta alla trasparenza nei confronti delle richieste governative di informazioni. [...] Tutto questo è minato dall'apparenta raccolta all'ingrosso dei dati, in segreto e senza monitoraggio indipendente, da molti governi in tutto il mondo. È tempo di riformare e chiediamo sia il governo degli Stati Uniti a indicare la via.

Nel tentativo di rassicurare l'utenza, da diverse settimane la gran parte delle aziende citate ha avviato un'operazione di trasparenza, con la pubblicazione del numero di richieste - comprensive del tasso di quelle approvate - ricevute dalle agenzie di tutto il mondo. Il dato sugli USA, però, rimane ancora vago per precise disposizioni che ne vietano la completa divulgazione.

Fonte: Indipendent.ie

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