Si è parlato più volte, nelle ultime settimane, di monocultura di WebKit. Con il passaggio di Opera tra le fila dei browser che utilizzano l'engine sembrava cosa fatta il predominio rispetto a Trident e Gecko. Ma le cose cambiano, e Google ha sopreso tutti annunciando di aver forkato WebKit, realizzando un suo rendering engine: Blink.
WebKit, a detta di Google, è un ottimo motore ma ha dei limiti e non riesce più ad accompagnare Chrome, nelle sue diverse incarnazioni, verso l'evoluzione che la società di Mountain View vuole. I primi passi degli ingeneri che lavorano su Blink saranno rivolti alla pulizia del codice, puntando a uno snellimento sostanzioso, ecco le parole di Adam Barth nell'annuncio di Blink:
For example, we anticipate that we'll be able to remove 7 build systems and delete more than 7,000 files-comprising more than 4.5 million lines-right off the bat. Over the long term a healthier codebase leads to more stability and fewer bugs.
Al di là dello "snellimento" e del refactoring del codice saranno molte le novità introdotte, almeno 3 di queste costituiranno un cambiamento sostanziale rispetto a WebKit come si legge dalle specifiche di Blink:
- out-of-process iframes: questa funzionalità consentirà a Chromium di separare parti differenti di una pagina in processi separati e isolati in sandbox;
- cambiamenti per rendere più veloci e performanti le funzionalità di networking;
- Riscrittura del Document Object Model (DOM) di WebKit in JavaScript;
Certamente Blink avrà ripercussioni positive nel panorama dei rendering engine, che si diversificherà di nuovo e vedrà tutti i big competere per realizzare prodotti più avanzati. Questo il panorama che si viene a delineare per i principali browser: Chrome e Opera (la conferma è arrivata dai vertici del browser norvegese) useranno Blink, Firefox utilizzerà Gecko, per ora, e in futuro "Servo" (neonato engine, molto promettente, creato con il supporto di Samsung), Safari rimarrà con WebKit e Internet Explorer continuerà a sfruttare Trident.