Dal primo marzo 2017 sono entrati in vigore i nuovi TOS (Terms of Service) della nota piattaforma di code sharing Github. Di solito l'aggiornamento dei TOS dei vari serivzi online non desta troppe preoccupazioni per gli utenti, anche se questi andrebbero visionati ad ogni update, tuttavia i nuovi termini di servizio di Github potrebbero essere incompatibili con alcuni progetti open source.
In particolare la sezione D.7 richiede gli utenti che caricano del codice sul proprio repository su Github di rinunciare a tutti gli "attribution rights", ovvero al riconoscimento della paternità dell'opera.
Si tratta della sezione chiamata "Moral Rights":
You retain all moral rights to Content you upload, publish, or submit to any part of the Service, including the rights of integrity and attribution. However, you waive these rights and agree not to assert them against us, to enable us to reasonably exercise the rights granted in Section D.4, but not otherwise. You understand that you will not receive any payment for any of the rights granted in this Section.
La sezione è molto chiara, l'utente sarà il responsabile dei contenuti caricati, come capita su molti altri servizi online. Tuttavia contemporaneamente si indica anche che gli attribution rights verranno persi e non potranno essere esercitati contro Gihub per adempiere alla sezione D.4, quella parte dei TOS che da il permesso all'azienda di tenere sui propri server, condividere e pubblicare il codice caricato dagli utenti.
Si tratta di regole che rientrano nello standard, tuttavia vista la userbase di Github potrebbero sorgere dei problemi. Se un utente si limita a caricare del codice sviluppato anche da altri la questione potrebbe farsi più complicata, soprattutto se questi ultimi non sono registrati su Github o non vogliono cedere i propri diritti di attribuzione. Senza contare che esistono diverse licenze software che non prevedono nessuna forma di sublicencing come ad esempio la Creative Commons.
Altro punto "caldo" risiede nella sezione D.5, ovvero quello che stabilisce che i contenti pubblicati su un repository pubblico possono essere "riprodotti" unicamente tramite Gihub quando consentito dalle funzionalità della piattaforma. Si tratta sicuramente di un punto che va in contrasto con le libertà offerte da quasi tutte le licenze copyleft (ovvero quelle dei progetti open source).
Questo anche se, come specificato, si possono concedere maggiori diritti quando si adotta una licenza più specifica, come ad esempio la GPL, e la si include nel proprio repository.