Generazione V: un modello per l'engagement online

La ricerca costante di nuove definizioni per etichettare fenomeni e trend è un gioco abbastanza divertente. Divertente quanto, a volte, vagamente inutile visto il tentativo di cristalizzare realtà  fluide o in veloce mutamento. " Generazione Virtual", coniato da Gartner, si aggiunge alla lista dei neologismi portando però qualche interessante spunto di riflessione.

Graficamente la Generazione V si rappresenta così:

Focalizzandosi sull'engagement online, il modello mette in relazione il grado di "coinvolgimento" (una traduzione piuttosto imprecisa per engagement) di aziende e consumatori sul Web nella reciproca ricerca/acquisizione/condivisione di informazioni su prodotti e servizi.

L'obiettivo di fondo è quindi capire chi crea e mette a disposizione contenuti (in senso lato), chi li utilizza in modo passivo, chi li ampia e li arricchisce con feedback o materiale ulteriore.

I profili proposti sono allora 4: agli estremi opposti i creators (creatori) e i lurkers (opportunisti), antagonisti anche nelle percentuali che, come potete notare, sono rispettivamente del 0-3% contro l'80% e oltre. Un abisso.

In mezzo stanno i contributors (partecipano attivamente seppure non da zero) e gli opportunist (contribuiscono in chiave limitata e mirata), con una preponderanza di questi ultimi (tra il 10% e il 20%).

Quindi? Gartner conclude dicendo che per ciascuno di questi segmenti bisogna valutare strategie specifiche.

Differentiation exists between sectors and industries. Marketers with strong brands attract more creators. Certain industries, such as insurance, draw more lurkers.

Concordo ma fino ad un certo punto: il settore può essere più o meno stimolante ma alla fine è il brand che fa la differenza nell'attirare o meno i creators.

Fermo comunque restando che il business online si può fare puntando anche su clienti lurkers.

Potrei continuare con l'analisi ma mi fermo qui: fatemi sapere la vostra opinione.