Non si può dire che la vita lavorativa dei freelancer non sia movimentata: questi professionisti, infatti, si lanciano ogni giorno nella ricerca di nuovi committenti, rispondendo di continuo ad annunci, presentando le proprie candidature e, in alcuni casi, sottoponendosi anche a colloqui conoscitivi. Nell'era dei social network e delle comunicazioni virtuali, però, mantenere la propria esistenza privata separata da quella professionale risulta sempre più difficile: è quindi possibile che informazioni sensibili - o, nel peggiore dei casi, imbarazzanti - finiscano nelle mani di chi vorrebbe proporre una collaborazione.
Cosa fare, di conseguenza, per proteggere le proprie condivisioni social senza imbattersi in occhi indiscreti?
Come è facile intuire, la soluzione ai propri problemi è quella di mantenere profili multipli sui social network, separando gli account tra professionali e personali, questi ultimi mantenuti rigorosamente privati. Ma che fare con le pubblicazioni più datate, magari pubblicate parecchi anni fa?
Cercare su Google
Il primo passo per comprendere quali informazioni siano disponibili pubblicamente è, ovviamente, effettuare una ricerca con il proprio nome su Google. È questo, infatti, il primo luogo che un possibile committente andrà a monitorare prima di proporre una collaborazione al freelancer.
La ricerca permette di individuare con semplicità tutti quei contenuti che sono disponibili pubblicamente, permettendo di effettuare una prima selezione mirata sulle pubblicazioni che verranno mantenute e quelle invece da cancellare.
Utile è anche una ricerca su Google Immagini, per evitare che le foto di una notte di bagordi con gli amici finiscano sulla scrivania sbagliata. Allo stesso modo, è bene verificare che non vi siano pagine online pronte a collegare il proprio nome a eventuali nickname usati su altre piattaforme, per evitare che la ricerca altrui si estenda anche in luoghi virtuali indesiderati.
Proteggere gli account social
Può risultare molto dispendioso eliminare tutte le vecchie condivisioni sui social network, soprattutto in termini di tempo. Dopo aver creato un secondo profilo professionale, utilizzato esclusivamente per questioni di lavoro, è sicuramente più veloce impostare dei livelli di privacy più elevata sugli account personali.
Su Facebook, ad esempio, è sufficiente recarsi nelle Impostazioni e scegliere il pannello Privacy: si potrà decidere autonomamente a quale gruppo d'utenza risulteranno visibili i nostri post, agendo anche sulle condivisioni passate.
Su Twitter, più semplicemente, si potrà impostare il profilo come privato, sempre dalle impostazioni: di fianco al nome apparirà un lucchetto e solo i follower approvati potranno leggere i propri tweet. Lo stesso vale anche per Instagram, che fornisce delle comode opzioni per rendere l'account privato e disponibile unicamente ai follower. Ovviamente, bisogna controllare anche la lista dei propri contatti, eliminando quelli che si considera poco sicuri o legati a questioni esclusivamente professionali.
YouTube e siti analoghi
Capita non di rado, soprattutto per chi ne fa un uso saltuario, di aprire un profilo su YouTube per poi dimenticarsene con il passare degli anni. Anche in questo caso, è bene effettuare una ricerca con il proprio nome, per verificare l'esistenza di eventuali video che potrebbero essere poco indicati in ambito lavorativo.
Naturalmente, anche qualora non si acceda a YouTube da tempo, si effettui un login con le proprie credenziali Google, per verificare l'esistenza di un eventuale registrazione e contenuti forse dimenticati.
Allo stesso modo, utile è anche modificare il nome visualizzato, per evitare di essere identificati dai commenti lasciati sotto ai video altrui.
App di dating
Un'ultima - e forse esagerata - tendenza di chi offre lavoro è anche quella di controllare le più popolari applicazioni di dating. Sebbene in questo caso si entri profondamente nella vita privata del freelancer, e nessun datore di lavoro può arrogarsi il diritto di mettere parola su questioni tanto delicate quanto le preferenze sentimentali o sessuali, purtroppo i controlli si fanno sempre più serrati e si rischia di perdere delle occasioni professionali di tutto rispetto.
Non è necessario eliminare i profili tout court, ma è bene controllare che non vi siano elementi che possano associare l'account al proprio nome e cognome e, in ogni caso, mantenere decorosa questa vetrina virtuale.
Le foto provocatorie o ammiccanti potrebbero di certo facilitare la ricerca di un partner per una notte di divertimenti, ma rischiano di allontanare un buon committente, per quanto fin troppo e immotivatamente curioso della sfera privata altrui.