Il lavoro da freelance non è certo privo di soddisfazioni: dalla possibilità di gestire in piena autonomia la propria vita professionale, alla gestione dei tempi e delle modalità di produzione secondo le proprie esigenze. Eppure, questa modalità di lavoro può essere fonte anche di continui stress, di isolamento, nonché di una media incertezza sul fronte economico poiché le entrate non sono mai assicurare, né costanti di mese in mese. Quali sono, di conseguenza, i fattori da prendere in considerazione priva di diventare un freelance?
Naturalmente, non esiste una ricetta universale che possa valere per tutti i professionisti, perché molto dipende dalle inclinazioni personali e dagli obiettivi che si desidera conseguire. Di seguito, qualche indicazione utile.
Personalità e motivazione
Il primo passo per capire se la professione da freelance sia adatta alle proprie aspettative è, come facile intuire, analizzare personalità e motivazione. Lanciarsi in questo universo richiede molto impegno, la capacità di assumersi dei rischi, un'ottima inclinazione verso l'organizzazione nonché la consapevolezza del possibile arrivo di tempi morti, dove le entrate potrebbero essere ridotte o nulle. Serve quindi, oltre a una buona dosa di autostima, un grande focus verso l'obiettivo.
Se pensare a un'occupazione da autonomi, alla possibilità di gestire il proprio lavoro in ogni sua minima questione, alla necessità di presentarsi sempre al meglio a possibili committenti, e tanto altro, genera ansia anziché un senso di elettrizzante sfida, probabilmente quella da freelance non è la soluzione giusta.
Non vi è niente di sbagliato nel preferire il ruolo da dipendente, anche e soprattutto alla sicurezza e alla stabilità che questo garantisce nel tempo.
Contatti e specializzazione
Un professionista freelance, nella maggior parte dei casi, dovrà essere anche un ottimo PR di se stesso. Per trovare un gruppo nutrito di committenti, infatti, è necessario saper costruire una fitta rete di contatti, accedendo a ogni tipo di piattaforma: più è vasto il network di conoscenze, maggiori le possibilità di trovare lavoro. Se non si dispone di una fitta ragnatela di contatti a cui proporre i propri servizi, è utile valutare l'opportunità di seguire questa strada. Meglio, invece, dedicarsi ancora per qualche tempo al lavoro dipendente, costruendo nel frattempo una prima rete da cui partire.
Come facile intuire, è anche necessario essere il più possibile specializzati. Considerando come l'universo dei freelance sia decisamente affollato, servono infatti delle competenze mirate che permettano di emergere dalla marea di altri professionisti, convincendo quindi il privato o l'azienda a cui ci si rivolge a stringere un accordo.
Si tratti di fotografia, di web design, di sviluppo di applicazioni o molto altro ancora, non bastano skill di base, né un'infarinatura di tutto. Bisogna cavalcare i trend, capire le tendenze in corso e adattare i propri servizi di conseguenza. In caso non si potesse contare su abilità rare o specializzate, quindi maggiormente richieste dal mercato, meglio buttarsi sulla formazione prima di intraprendere questa carriera.
Elasticità, spazi e costi
Per quanto nell'immaginario comune il freelance sia rappresentato dal professionista che, magari in pigiama, lavora nella comodità del salotto, nella realtà non è sempre così.
Occorre essere disposti a effettuare continui spostamenti, ad esempio quando un cliente richiede un incontro faccia a faccia, nonché trovare sempre spazi adeguati per lavorare. La casa o lo studio personale possono risultare alienanti dopo diversi mesi di lavoro, proprio perché i contatti con il mondo esterno sono più diluiti, ne consegue sia necessario rivitalizzare la propria quotidianità scegliendo luoghi nuovi.
Si tratti di un co-working, di uno spazio pubblico o qualsiasi altro luogo, serve vi sia la volontà di spostarsi.
Importante è anche riflettere sui costi. Innanzitutto, quelli relativi agli oneri fiscali, ad esempio sulla Partita IVA, ben diversi tra lavoratore autonomo e dipendente. Inoltre, si deve abbracciare positivamente la possibilità di essere in perdita, almeno all'inizio. Per partire, infatti, si spende molto non solo negli oneri di legge, ma anche nel procurarsi l'attrezzatura adeguata, si tratti di un computer o di una macchina fotografica professionale, passando per schede grafiche, monitor ad alta risoluzione e accessori vari indispensabili per la professione.