Firefox sfida gli advertiser e blocca l'ID di DigiTrust

In questi ultimi mesi il team di Firefox ha implementato svariati sistemi pensati per contrastare le strategie di fingerprinting adottate da alcuni script per l'advertising online. Inoltre tramite la funzione di Enhanced Tracking Protection i cookie di terze parti, spesso responsabili del tracking delle abitudini degli utenti, vengono bloccati di default.

Firefox non è l'unico browser ad aver adottato soluzioni simili, ecco perché le compagnie che si occupano di pubblicità online hanno dato vita ad un consorzio, chiamato DigiTrust, con l'obbiettivo di creare un sistema standard di profilazione basato su un identificativo dell'utente unico ed anonimo. Le aziende che supportano DigiTrust sperano che questa nuova metodologia di identificazione riduca la loro dipendenza dai cookie di terze parti.

In buona sostanza DigiTrust punta a fornire un ID crittografato ed anonimizzato che può essere archiviato all'interno di un cookie first-pary fornito dall'autore del sito Internet vistato dall'utente. Tale identificatore è riutilizzabile da diverse aziende di advertising, dunque non è necessario richiede l'invio di cookie di terze parti ogni volta che si carica una nuova pagina Web.

Secondo DigiTrust questo sistema permetterebbe di generare siti più snelli e performanti. Inoltre consentirebbe anche di mitigare i rischi di data leak.

Per diventare operativo l'online user ID di DigiTrust dovrà ovviamente essere supportato dai vari browser Web. Di recente però un rappresentate di Mozilla avrebbe dichiarato che non solo la fondazione non sarebbe intenzionata a collaborare con DigiTrust ma in futuro dovrebbero essere implementate anche delle contromisure per bloccare questo nuovo metodo di tracking.

Nei mesi scorsi anche Apple avrebbe deciso boicottare e bloccare l'online user ID di DigiTrust e non è escluso che nei prossimi mesi perfino Microsoft e Google scelgano di fare lo stesso. Infatti secondo il Garante della Privacy britannico, i metodi di profilazione dell'utente adottati dalle compagnie di advertising non sarebbero conformi con il GDPR. Queste aziende dovranno quindi trovare presto un metodo alternativo per targetizzare gli ads.